Premio internazionale d’arte filatelica cristiana, il “San Gabriele” non manca di promuove l’arte. Quella che si pratica dietro le sbarre, nelle carceri. In laboratori, come quello attivo nella Casa di reclusione di Bollate intitolato ad Artemisia e portato avanti con passione e competenza da Nadia Nespoli, che fino al 31 ottobre nel Centro eucaristico San Raffaele di Milano (via San Raffaele 4), propone l’installazione “Maria: il filo della devozione”. E’ qui che, sotto lo sguardo attento e vigile di Nadia Nespoli ha preso corpo e forma “L’Annunciazione” di Stefano Piacentini trasformata in cartolina e in annullo da parte di Poste Italiane. Quasi a rimarcare la provenienza espiativa, per la realizzazione l’autore ha utilizzato (beninteso preventivamente autorizzato) una porzione di lenzuolo, ormai in disuso, fornito dall’Amministrazione carceraria. Sopra il quale ha steso del gesso frammisto a vinavil. In modo con concreto che vuol dimostrare “che anche dalle situazioni spiacevoli possiamo qualcosa di buono”. L’immagine esalta la “sorpresa” dell’evento con l’Angelo Gabriele che apparendo la Madonna, suscita appunto “sorpresa e meraviglia“ e, col dito che indica l’alto, indica la sua provenienza. Chi l’ha mandato. Essenziale l’ambiente, con un solo mobile: “un tavolo con una brocca, che richiama l’acqua (la vite e il suo scorrere), ma anche il vino (il sangue di Cristo) e una canestra con la frutta che a sua volta rimanda alla vita – sottolinea Stefano Piacentini- semplice e contadina piena di speranze, fatiche, gioie e dolori”.
Due i Paesi premiati: il Brasile per la celebrazione della celebre canzone natalizia “Stille Nacht”, che rimanda alla gioia della comunità che si ritrova nel giorno della nascita del Salvatore e la testimonianza della fede fino al martirio, richiamata attraverso il francobollo della Germania chiamato a far memoria dei martiri di Lubecca. Le due produzioni dentellate sono stati considerate le più significative a tema sacro fra quelle realizzate nel mondo nel corso dello scorso anno, e per questo hanno meritato il “San Gabriele”, che per la 37esima volta è stato assegnato alla Fondazione Fioroni di Legnago.
A forma di trittico, con i due pannelli laterali racchiudibili, l’emissione del Brasile firmata da Josè Carlos Braga offre la lettura sudamericana di un evento natalizio legato al villaggio di Oberndorf, in Austria, e più ancora a quella che forse è la più celebre melodia natalizia: “Stille Nacht”, che nel 1937 il sacerdote bergamasco Angelo Meli tradusse, aggiungendovi più di qualcosa di suo, in “Astro del ciel”. Ricco di testi e di illustrazioni, solo due delle quali trasformate in francobolli, lo spettacolare foglietto costituisce un compendio perfetto della celeberrima canzone natalizia. Lo fa attraverso il primo dei due francobolli da 4,25 reis sul quale è raffigurata la cappella di Oberndorf costruita tra il 1930 ed il 1936 sui resti della parrocchiale di St. Nikolaus nella quale nel 1818 per la prima volte avevano risuonato le note di “Stille Nacht”, e le tre strofe iniziali della stessa melodia. Il secondo valore, che presenta il medesimo nominale da 4,25 reis, propone, su uno sfondo costituito dal testo scritto e musicato di “Stille Nacht”, il doppio ritratto (giovanile in un caso, più maturo nell’altro) degli autori: il sacerdote Joseph Mohr (1792-1848) che nel 1816 compose i testi di quella che è considerata una “poesia per la pace”, e di Franz Gruber (1787-1863), l’organista che la musicò. I due ritratti sono ripetuti attraverso vetrate e vedute della chiese parrocchiali di San Nikolaus ad Oberndorf e di Arnsdorf. Nella prima, più volte danneggiata dalle inondazioni e altrettante ricostruita, fintando che nel 1906 venne abbattuta, esercitò il suo ministero pastorale il sacerdote Joseph Mohr, nella seconda Franz Gruber fu organista. Le due ante che completano il foglietto-trittico contengono, in caratteri gotici, il testo in lingua originale a sinistra e in portoghese a destra, di “Stille Nach! Heilige Nacht!”, nel corso degli anni tradotto in trecento e più lingue.
Il premio- diploma e targhetta in argento raffigurante “L’Annunciazione” plasmata da Enrico Manfrini, lo scultore dei Papi – è stato ritirato dal viceconsole del Brasile, Raul Torres Branco il quale, oltre ad esprimere il suo riconoscimento per l’importante riconoscimento ha affermato che Italia e Brasile sono due Paesi vicini, più di quanto si pensi. Una tesi confermata dal sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti il quale ha ricordato il grande contributo che gli emigrati italiani hanno dato alla cultura brasiliana e non ha mancato di apprezzare la grafica del francobollo della Germania.
Grafica essenziale e immediatezza comunicativa caratterizzano la celebrazione postale del martirio di tre sacerdoti e un pastore evangelico-luterano affidata al dentello da 70 centesimi della Germania. Di qui la decisione del collegio giudicante composto dai cardinali Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano e Christoph Schönbor, arcivescovo di Vienna; l’arcivescovo emerito di Trento, Luigi Bressan; il creativo Franco Filanci; il giornalista Giorgio Migliavacca; il grafico Luca Vangelli, il presidente dell’Unione mondiale San Gabriele, Wilhelm Remes; Bogdan Michalak e Ján Vallo, presidenti rispettivamente delle associazioni “San Gabriele” di Polonia e Slovacchia, di attribuire alla Germania il Premio internazionale d’arte filatelica per l’innovazione figurativa.
Firmato da Christoph Jung il francobollo porta in grande evidenza la scritta “LŰBECKER MÄRTYRER”, Martiri di Lubecca, impressa in rosso che, in corrispondenza della seconda e terza “R” prosegue indicando il sangue che cola così come, sia pure in misura meno vistosa, cola dalla seconda “E” della prima riga e dalla “T” della seconda riga. Sotto, in grigio, i nomi dei quattro martiri. I sacerdoti Johannes Prassek, Eduard Müller ed Hermann Lange e il pastore evangelico-luterano Karl Friedrich Stellbrink, decapitati uno dopo l’altro, il 10 novembre 1943 nel carcere di Holstenglacis, ad Amburgo, in quanto rei di “disfattismo, malizia, favoreggiamento del nemico e ascolto di trasmissioni ostili” nonché di aver prestato soccorso ai perseguitati a qualunque razza appartenessero. Uccisi in “odium fidei”, i quattro martiri “rappresentavano una vera spina nel fianco del regime. Furono giustiziati perché nessuno di essi rinunciò alla propria fede e alla morale cattolica” e beatificati il 25 giugno 2011. La celebrazione ha costituito una sorta di “ecumenismo del sangue”, in quanto non ha mancato di rendere il doveroso omaggio al pastore protestante che nella cattedrale di Lubecca riposa assieme ai tre beati cattolici, sotto una lastra di marmo sulla quale sono incise queste parole: “Fecero fino all’ultimo il loro dovere di preti».