Nel febbraio del 2012 la polizia tedesca entra nell’appartamento di Monaco di Cornelius Gurlitt, erede di Hildebrand Gurlitt, mercante d’arte ai tempi del nazismo. Quello che era iniziato come un semplice controllo fiscale, si rivela una scoperta incredibile: più di 1300 opere per un valore di circa un miliardo di euro, molte delle quali capolavori bollati dalla propaganda nazista come “arte degenerata”. E’ questo il tema del primo episodio della docu-serie I nazisti e l’arte rubata, in onda a partire da lunedì 2 dicembre alle 21.15 su Sky Arte.
Hitler e Goering: la grande razzia è il titolo della puntata d’esordio, che si snoda come una vera indagine sulle tracce delle opere di autori come Monet, Picasso, Cézanne, Matisse, Rodin, solo per citarne alcuni; capolavori che erano ritenuti dispersi nei bombardamenti della seconda guerra mondiale e che, invece, sono finiti in casa Gurlitt dopo tortuosi passaggi, segnati dalle persecuzioni di Hitler e Goering di categorie naziste come Ebrei e artisti degenerati.
Nel 1937 il regime organizzò una mostra di “arte degenerata”, comprendendo con questa definizione impressionisti, espressionisti, pittori a vario titolo legati alla sinistra e tutto ciò che nella mentalità nazista si contrapponeva al classicismo. Dopo la mostra del ‘37, alcune delle opere, perlopiù sottratte a musei e collezionisti privati, vennero vendute all’asta; mentre ben 5000 finirono bruciate. In questo clima, i mercanti d’arte come Hildebrand Gurlitt misero insieme collezioni milionarie con l’avallo più o meno esplicito del regime.Nel frattempo Hitler faceva incetta di tesori, coltivando il sogno del “Fürermuseum”, il museo a lui intitolato che avrebbe voluto aprire a Linz. Mentre il suo braccio destro Goering accumulava opere d’arte per la collezione privata della sua residenza nei dintorni di Berlino.
La notizia del ritrovamento del 2012 in casa Gurlitt venne tenuta segreta dalle autorità tedesche fino al 2013, quando fu rilanciata con grande clamore dai media.Nel documentario in onda su Sky Arte, le vicende dei capolavori nascosti e riemersi sono state ricostruite da Jean Marc Dreyfus, studioso dell’Olocausto e professore all’università di Manchester. E si vedrà come, in alcuni casi, le opere siano state restituite agli eredi dei legittimi proprietari dopo un lungo e complesso iter giuridico e valutativo.
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