Le Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli propongono un confronto tra due repliche d’eccellenza: la Deposizione nel sepolcro di Caravaggio e La morte di Marat di Jacques-Louis David. La mostra dossier che ne risulta – David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale (dal 5 dicembre 2019 al 19 aprile 2020) – pone l’attenzione su un momento poco conosciuto ma forse centrale della fortuna artistica di Michelangelo Merisi.
Ci sono artisti che a corrente costante portano a riva un rinnovato interesse per la loro opera. Uno per cui la marea – almeno da inizio Novecento in poi – è sempre stata favorevole è senza dubbio Caravaggio. Se per quasi tre secoli Michelangelo Merisi ha riposato ai margini del sistema artistico, dopo la sua riscoperta avvenuta con il sorgere del XX secolo – per mano della critica e soprattutto di Roberto Longhi – la sua arte drammatica non ha più smesso di affascinare appassionati e addetti ai lavori.
Basta quindi che alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli si indugi qualche minuto in più sul grande capolavoro li conservato – il Martirio di Sant’Orsola, di Caravaggio appunto – per riaccendere il desiderio di ricerca attorno alla sua figura. È certamente un’iperbole, ma l’immagine restituisce bene l’esaltazione improvvisa che coglie a contatto con le ombre lunghe e gli abbaglianti lampi luminosi dei dipinti dell’artista. Anche se, a ben guardare, l’opera ispiratrice della mostra David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale – dal 5 dicembre 2019 al 19 aprile 2020 – è la Deposizione nel sepolcro. O meglio, la sua copia – molto fedele, delle stesse dimensioni dell’originale e conservata nella basilica reale pontificia di San Francesco di Paola a Napoli – eseguita nel 1824 dal pittore napoletano Tommaso De Vivo quando l’originale, requisito dopo il trattato di Tolentino per entrare significativamente a far parte delle prestigiose collezioni del Musée Napoléon, era rientrato a Roma e trasferito nelle raccolte vaticane.
Quest’opera e la sua particolare vicenda sono l’espediente per approfondire quel momento della vita di Caravaggio in cui ancora non aveva ottenuto l’adeguata attenzione in Italia, ma attirava in compenso l’interesse dei pittori neoclassici francesi e non solo. Tra questi, come spiegato ampiamente in un saggio di Pierre Rosenberg (pubblicato nuovamente in catalogo nella traduzione italiana), ha avuto un peso decisivo Jacques-Louis David.
Sarà proprio nel confronto tra la copia dell’opera caravaggesca – Deposizione nel sepolcro – con una copia del capolavoro di David – La morte di Marat – che la mostra trova il suo fulcro espositivo. Un mostra dossier che, grazie a materiali documentari e al suggestivo dialogo, rievoca quel momento preciso, poco noto ma probabilmente cruciale, della fortuna artistica di Caravaggio. Per quanto riguarda la riproduzione di David, si tratta di una delle quattro repliche, quella conservata a Reims per la precisione, de La morte di Marat, eseguite dagli allievi del maestro francese nell’atelier e sotto la sua direzione.
Informazioni mostra
Apertura al pubblico: 5 dicembre 2019 – 19 aprile 2020Sede:Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano – Via Toledo, 185 Napoli.
Orari: dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30); sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.30), chiuso lunedì. Aperture e chiusure straordinarie natalizie consultabili sul sito www.gallerieditalia.com
Informazioni: numero verde 800.454229;info@palazzozevallos.com;www.gallerieditalia.com
Biglietto:intero 5 euro, ridotto 3 euro