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Un intellettuale dalla Z alla A. Cesare Zavattini tra letteratura, cinema e pittura, a Reggio Emilia

Zavattini in viaggio Zavattini in viaggio
Zavattini in viaggio
Zavattini in viaggio

Scrittore, sceneggiatore, pittore, viaggiatore: Cesare Zavattini è stato un intellettuale completo. Se la sua importanza nel panorama nazionale è conclamata, il suo ruolo di ambasciatore della cultura italiana all’estero è ancora da approfondire. A farlo ci pensa Palazzo Da Mosto, Reggio Emilia, che fino all’1 marzo 2020 racconta la vita e i viaggi di Za, come veniva chiamato, da Luzzara fino all’America.

Se solitamente il pregio di una mostra è quello di donarsi con l’immediatezza che solo l’arte visiva possiede (esclusivamente l’immagine si consegna intera a un primo sguardo, mentre ogni altra forma artistica deve essere ri-letta, ri-ascoltata, ri-analizzata), nel caso di Zavattini oltre i confini non è così. Forse perché Cesare Zavattini – cineasta, sceneggiatore, pittore, giornalista, viaggiatore – si identificava principalmente come scrittore, l’esposizione a lui dedicata è una mostra da leggere. E, perciò, da ri-leggere. 10 sale da percorrere come un viaggio, andata e ritorno, dove soffermarsi e indugiare nella sterminata serie di documenti che ricostruiscono la vita in perenne movimento di Zavattini.

Zavattini a Cuba
Zavattini a Cuba

Noto principalmente per l’attività di sceneggiatore – 60 i film realizzati, tra cui quelli frutto della speciale collaborazione con Vittorio De Sica – la mostra in scena a Palazzo da Mosto svela il volto pellegrino dell’intellettuale, ramingo pensatore, evangelista della cultura italiana e del Neorealismo (di cui fu interprete e teorico) in tutto il mondo. Da questo assorbì di rimando la personalità, diversamente declinata a seconda della posizione geografica: Francia, Spagna, Sud-america, Est Europa, America, Africa. E qui – senza nessuna lingua straniera nel bagaglio grammaticale, ma moltissima gestualità e altrettante idee – riuscì a tessere una serie di relazione con intellettuali, artisti, politici, scrittori, figure di rilievo e, ovviamente, anche con la popolazione locale – vero specchio dell’anima di ogni luogo.

Così la mostra curata da Alberto Ferraboschi traccia l’itinerario di viaggio – ma anche esistenziale – di Zavattini lungo tutto il mondo, seguendo in particolare due binari: da un lato la ricerca artista trasversale (cinematografica, letteraria, pittorica) sviluppata a contatto con svariate culture differenti, dall’altro le vicende curiose (come il viaggio sulle orme di Van Gogh), gli scambi professionali (Gabriel Garcìa Màrquez dichiarò di essersi ispirato a Miracolo a Milano per sviluppare la poetica, Realismo magico, che sarà di Cent’anni di solitudine) e l’infinita passione per il viaggio (documentata dalle fotografie, biglietti, articoli di giornale e tanto altro).

Zavattini in Africa
Zavattini in Africa

Bisogna affidarsi allora ai fitti pannelli per capire meglio come Zavattini sia riuscito a confrontarsi con René Clair sulla poetica neorealista, come si impegnò per incontrare Dubuffet, come strinse amicizia con alcuni cineasti dissidenti nella Spagna franchista, come si rapportò con Diego Rivera nel Messico della politica y murales, come convinse giovani registi cubani ad organizzare un serie di lezioni e seminari (incontrò anche Fidel Castro), come arrivò in America tra le critiche – la cultura cinematografica americana era quanto di più distante ci fosse dal Neorealismo – e come si immerse nella Cortina di ferro (Bucarest, Budapest, Praga, Mosca) per scontrarsi con contesti terribili, forse anche peggiori dell’Egitto di Nasser che per ragioni politiche bloccherà in film sula Diga di Assuan che lo sceneggiatore avrebbe voluto realizzare.

Zavattini in Spagna
Zavattini in Spagna

Una vita in viaggio quindi, ma anche un viaggio nella varietà della vita che lo portò a sceneggiare, come detto, 60 film, a fare della scrittura la sua vocazione – in mostra la sua macchina da scrivere Olivetti Lexiton 80 e delle copie dei sui libri, compreso il capolavoro Straparole – e a realizzare più di 1500 dipinti. Proprio l’interesse per la pittura e per gli uomini trova una sintesi straordinaria nell’ultima sala della mostra, quella dedicata alla casa di Zavattini, Luzzara, il luogo della memoria: qui la parete di fondo accoglie 150 quadri della sua celebre collezione di 8X10, testimonianze delle relazioni intercorse con i grandi artisti del tempo. Zavattini era infatti solito chiedere – a titolo gratuito o a pagamento – gli autoritratti dei pittori con cui entrò in contatto: tra questi Giacomo Balla, Alberto Burri, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Renato Guttuso e tanti altri.

Una parete di grande effetto al termine di un viaggio profondo nella vita di Za, uomo dalla Z alla A.

Zavattini oltre i confini. Foto ArtsLife
Zavattini oltre i confini. Foto ArtsLife

 

Zavattini oltre i confini. Foto ArtsLife
Zavattini oltre i confini. Foto ArtsLife

 

Zavattini oltre i confini. Foto ArtsLife
Zavattini oltre i confini. Foto ArtsLife

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