Print Friendly and PDF

L’Esposizione di frutta e verdura di Giuseppe De Mattia: la mostra a Roma

Giuseppe De Mattia, Espositore di frutta e verdura, 2019, Iron structure, wooden boxes and polypropylene pockets, fresh fruit and vegetables, ceramic sculptures painted with pure pigment, Ed. 1/3 + 1AP, 285 x 250 x 120 cm - Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa Giuseppe De Mattia, Espositore di frutta e verdura, 2019, Iron structure, wooden boxes and polypropylene pockets, fresh fruit and vegetables, ceramic sculptures painted with pure pigment, Ed. 1/3 + 1AP, 285 x 250 x 120 cm - Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa
Giuseppe De Mattia, Espositore di frutta e verdura, 2019, Iron structure, wooden boxes and polypropylene pockets, fresh fruit and vegetables, ceramic sculptures painted with pure pigment, Ed. 1/3 + 1AP, 285 x 250 x 120 cm - Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa
Giuseppe De Mattia, Espositore di frutta e verdura, 2019, Iron structure, wooden boxes and
polypropylene pockets, fresh fruit and vegetables, ceramic sculptures painted with pure
pigment, Ed. 1/3 + 1AP, 285 x 250 x 120 cm – Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto
Apa

Ultimi giorni (fino al 21 gennaio) per visitare gli spazi della galleria Materia (Roma), trasformata per l’occasione in un ortofrutta da Giuseppe De Mattia. Un’Esposizione di frutta e verdura, questo anche il titolo della mostra, che svela ironicamente ciò che un artista è oggigiorno costretto ad accettare.

La porta d’ingresso da cui accedere all’ultima personale di Giuseppe De Mattia, a cura di Vasco Forconi, è chiaro segno di uno spazio con lavori in corso: ricoprendola con un’opaca vernice bianca l’avvertimento di non oltrepassarla risulta evidente perché quell’operazione di oscuramento segnala, solitamente, la ridefinizione funzionale di un ambiente commerciale. Una suggestione confermata quando si entra e si appura che la mostra, fruibile presso la galleria Materia  (Roma) fino al 21 gennaio, si intitola Esposizione di frutta e verdura.

Già nella prima sala l’intensa luce verde, l’odore di un’essenza vegetale e l’insegna al neon che riproduce il titolo con la grafia dell’artista, avviano l’imminente trasformazione della galleria in un negozio di vendita al dettaglio. Grazie ai profumi e ai colori seducenti siamo introdotti fin dall’entrata nel tipico contesto di un attrattore commerciale. Ma è solo un’introduzione: l’insegna sulla parete di fondo, posta in ogni negozio prima dell’ingresso, fa sì che la vera prima sala della mostra diventi quella che solitamente è la seconda. È qui che troviamo il fulcro di tutta l’esposizione: un enorme struttura metallica ripartita in più scaffali su cui sono poste numerose casse di legno con frutta e verdura di stagione. Si tratta di un banco di supermercato in cui tra cipolle, peperoni, carote e arance, l’artista dissemina e mimetizza anche sculture in ceramica colorata a imitazione degli alimenti veri. Oltre al gusto ornamentale e cromatico De Mattia mostra anche un forte realismo, tanto che gli esemplari artigianali (tra cui una melanzana, un ramo di pomodorini, una mela e alcune noci) sono distinguibili da quelli reali solo a uno sguardo più attento, dopo un confronto serrato e paradossale tra realtà e opera d’arte.

Giuseppe De Mattia, Frutta e verdura, 2019, neon light, Ed. 1/3, 160 x 16 cm - Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa
Giuseppe De Mattia, Frutta e verdura, 2019, neon light, Ed. 1/3, 160 x 16 cm – Courtesy
Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa

La collaborazione con vari artigiani, così come l’esposizione di frutta e verdura, dimostra ancora una volta nell’attività dell’artista un profondo amore per gli oggetti “poveri” e, in questo caso, per i cibi umili, semplici e facilmente reperibili. Le sculture in ceramica, rimanendo gli unici oggetti integri, accentuano la percezione di deperimento e decadenza dei prodotti naturali: rispetto al giorno di apertura della mostra sono rimasti pochi esemplari di frutti e vegetali in quanto la maggior parte di questi sono progressivamente appassiti e poi marciti, dando vita a un’esposizione in continua evoluzione. Un ciclo naturale in cui, giorno dopo giorno, artista o gallerista devono rimuovere ciò che è andato a male, solo quando è veramente irrecuperabile. Come in buona parte del suo operato, De Mattia si prende diligentemente cura di scarti abbandonati e segnati dal passaggio del tempo, recuperandoli e ridandogli vita.

Questi elementi concorrono nell’allestimento di un vero e proprio mercato ortofrutticolo in galleria, un binomio ideale per comparare le strategie di produzione, vendita e consumo presenti in uno spazio espositivo con quelle di un negozio di alimentari; un’analisi ironica sul rapporto commerciale tra acquirente e venditore, collezionista e gallerista, da cui l’artista non si sottrae. Il responso più interessante lo forniscono i visitatori che si sono recati alla mostra in questi due mesi: con spirito provocatorio De Mattia offre ogni prodotto naturale a cinque euro, un prezzo sovradimensionato per un alimento reperibile normalmente a settanta centesimi, tuttavia nessuna persona ha “paura di pagare”. Verso i frutti lavorati artigianalmente invece, proposti a una cifra adeguata per un’opera, la reazione dei visitatori è più dubbiosa. Nessuno teme di comprare un ortaggio così caro perché rassicurato da un’immagine riconoscibile e familiare, ma molti invece diffidano dall’acquistare opere concettuali che infrangono le nostre certezze. Per accomunare il prodotto artistico e quello naturale, l’artista impacchetta ogni pezzo venduto in una carta da supermercato. Più che il compratore, lo stemma e le grafiche che vi appone toccano le dinamiche della galleria, visto che incarnano ironicamente un brand, ovvero ciò che molti galleristi d’oggi si preoccupano di proporre.

Giuseppe De Mattia, Esposizione di frutta e verdura, 2019, installation view at Materia Gallery - Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa
Giuseppe De Mattia, Esposizione di frutta e verdura, 2019, installation view at Materia Gallery
– Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa

Grazie alla sua posizione privilegiata e interna a tale realtà economica, De Mattia, più di ogni altro, può condurre un’indagine lucida con cui non presenta una critica verso la particolare modalità di produzione del valore nell’arte ma, piuttosto, un’accettazione consapevole di questi meccanismi. In una situazione di cecità dove i protagonisti nell’acquisto di un’opera sono guidati da ingannevoli logiche di mercato più che dai contenuti, l’autore vuole dimostrare che, per arrivare al successo commerciale, l’artista oggi deve soprattutto essere abile nell’esporre una merce, comprendere che un’accurata promozione di se stesso è una condizione fondamentale del proprio mestiere.

Giuseppe De Mattia, Arancia scaramantica, 2019, watered spirit markers and 24-karat gold on bamboo paper, 33,5 x 48,5 x 3 cm - Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa
Giuseppe De Mattia, Arancia scaramantica, 2019, watered spirit markers and 24-karat gold on
bamboo paper, 33,5 x 48,5 x 3 cm – Courtesy Materia Gallery Roma, ph. Roberto Apa

In questa direzione procede anche la conversione della galleria in luogo di vendita al dettaglio e l’accumulazione di opere riproducibili in serie, ovvero l’utilizzo del multiplo d’artista che nella storia dell’arte ha sempre favorito una maggior diffusione commerciale del lavoro di un autore.
Per quanto poco romantico, è un contesto vero e concreto, come riaffiora anche in uno dei pochi esempi in mostra dove è presente maggiormente l’unicità del gesto. Riproducendo il disegno di una mano che fa il gesto delle corna sopra un’arancia, l’unica opera non in serie da cui aspettarsi una traccia di individualità dell’autore diventa, invece, un’ulteriore strategia pubblicitaria, commerciale e propiziatoria per favorire la vendita.

Distante sia da un’esaltazione della merce sia da una critica idealistica, quella di De Mattia è la definitiva e ironica presa di coscienza dell’unica via possibile che un artista contemporaneo deve accettare: una strada che i suoi promotori e acquirenti avevano compreso già da tempo.

Questo contenuto è stato realizzato da Mario Gatti per Forme Uniche.

Commenta con Facebook