Uno degli appuntamenti culturali più attesi di questa fashion week milanese è l’apertura della mostra Memos. A proposito del nuovo millennio, nelle sale del museo Poldi Pezzoli di Milano fino al 4 maggio, a cura di Maria Luisa Frisa.
La mostra prende come punto di partenza le Lezioni Americane di Italo Calvino, note anche come Six Memos for the Next Millennium, che l’autore italiano avrebbe dovuto tenere nel 1985 all’università di Harvard nell’ambito delle Charles Eliot Norton Poetry Lectures poco prima della sua morte.
I Memos di Calvino sono delle annotazioni, una seria di divagazioni e scarabocchi che trattano un tema senza però definirne i contorni.
“Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato riordinato in tutti i modi possibili.” Italo Calvino
L’intento di Calvino, così come quello della mostra, non è quello di fornire delle risposte ma delle strade possibili, di porci degli interrogativi per comprendere la contemporaneità.
Com’è quindi la moda di questo millennio? La domanda rimane aperta, la risposta è a libera interpretazione.
La scrittrice Chiara Valerio e la regista Roberta Torre provano a dire la loro. Danno voce ad alcuni dei materiali in mostra con dei commenti che accompagnano le didascalie tecniche, seguendo le rispettive immaginazioni.
Memos: A proposito della moda in questo millennio è stata realizzata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di ICE Agenzia e del Comune di Milano, e con il sostegno di Tendercapital.
Teatro della mostra è un luogo importante come il museo Poldi Pezzoli di Milano, luogo privato, colto e sofisticato, destinazione iconica della moda milanese e centro di una serie di mostre come 1922-1943: Vent’anni di moda Italiana, a cui rende omaggio. Una mostra di 40 anni fa curata da Grazietta Butazzi dove abiti e accessori erano disseminati all’interno del museo, oggi sono ancora lì, rievocati grazie ai prestiti di Palazzo Morando.
Maria Luisa Frisa, ideatrice e curatrice della mostra con l’exhibition maker Judith Clark, entrambe docenti di fashion curating, rispettivamente all’Università Iuav di Venezia e all’University of Arts London, hanno creato un dialogo necessario, che è poi la base delle loro lezioni. Si sono interrogate sul rapporto tra moda e museo, sulla pratica del fashion curating e sui suoi limiti. Perché scegliamo di porre attenzione su un oggetto piuttosto che su un altro?
Si sono chieste come creare un progetto che potesse parlare ma soprattutto si sono domandate se la moda, nel suo essere industria e sistema di comunicazione, possa essere considerata una pratica, scientifica e letteraria.
Ancora una volta le risposte possibili sono tante.
La selezione in mostra include abiti di Alessandro Michele per Gucci, Maria Grazia Chiuri per Dior, Giorgio Armani, Prada, Karl Lagerfeld per Chanel, Fendi, Versace, Demna Gvasalia per Balenciaga, Ferragamo e un abito da sposa di Giambattista Valli.
Abiti che insieme a riviste e memorabilia hanno il compito di scandire il tempo e di mostrare la responsabilità politica che l’autore/designer porta con sé.
La mission è capire il passato, la storia, l’identità dell’Italia proiettandola nel futuro. La speranza è che questo futuro preveda un museo di moda italiano.
Memos. A proposito della moda in questo millennio
21 febbraio – 4 maggio 2020
Museo Poldi Pezzoli
Via Alessandro Manzoni 12, Milano
museopoldipezzoli.it
orario 10.00-18.00
