Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Andrea Fiorino
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Mi sveglio faccio colazione 3 fette di pane e cioccolato succo d’arancia caffè d’orzo senza zucchero, inizio cosi .
Prima della quarantena non riuscivo mai a fare colazione, ma riuscivo solo a bere uno yogurt e uscire di casa velocemente, pescando vestiti a caso dall’armadio sperando che non fossero macchiati di colore.
Adesso lo spazio per la pittura purtroppo si è ridotto, poiché non ho lo studio in casa e attendendo di capire come organizzarmi, in questi giorni di attesa ho dato più spazio al disegno e all’ascolto. Quando le giornate me lo permettono disegno su un tavolo in una stanza singola qui a Milano, prendo un po di “spazio” per me.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Il tempo c’e ne troppo lo spazio c’e ne poco i piccoli suoni rimbombano. Non sono una persona molto dinamica, la pigrizia mi ha sempre caratterizzato per certi versi, ma mi sorprende adesso come il tempo mi scivoli addosso.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Nel tempo altro mi affaccio dalla mia finestra, una azione che mi fa ricordare la mia infanzia quando vivevo ad Augusta un paesino in provincia di Siracusa, la tradizione locale voleva che in estate tutti gli anziani, e non, si affacciassero dalla finestra – nel periodo estivo- o scendessero con annessa sedia di legno e vimini davanti al portone per poter parlare con i propri vicini e poter fare un po di “CURTIGGHIU”. Parola siciliana che indica: farsi gli affari degli altri.
Con questo guardare fuori ho scoperto di avere molti vicini con cani che passeggiano sempre a i soliti orari meno incazzanti del solito; li guardo e penso che le persone siano circondate da un velo di sospensione che li accompagna sempre.
La scrittura non è un ambito di mio interesse, solitamente io non riesco mai a scrivere in maniera continuativa un testo non più lungo di un pagina, poiché la mia attenzione salta da un argomento all’altro per cercare collegamenti vari, ma preferisco di gran lunga scrivere piccole annotazioni quando ne sento la necessità per poter capire meglio ciò che mi circonda, di solito uso il mio telefono, scrivo lì in modo sintetico -se posso- ciò che penso.
Se devo essere sincero da quando vi è la quarantena non ho mai scritto nulla, questo è il primo momento che dedico alla scrittura.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Camminerò.