Le opere trafugate vengono proposte in vendita ai musei con raffinati stratagemmi di riciclaggio, al punto che gli stessi responsabili delle esposizioni non riescono a rendersene conto. Ma qual è il percorso di un’opera d’arte rubata, fino a giungere all’estero? E chi sostiene questa pratica del saccheggio? Questo il tema del documentario “I predatori del tempo”, in onda venerdì 17 aprile alle 21 in Art Night, su Rai5. Si comincia con un’intervista alla direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degli Innocenti; l’indagine inizia, però, in Grecia, con la storia della “corona d’oro” in cui si imbatte un giornalista.
Le due vicende, tarantina e greca, ed altre ancora, confluiscono nello statunitense Paul Getty Museum, uno dei casi più eclatanti per l’acquisto di opere d’arte, che tra il 1982 e il 1987 spende ben 400 milioni di dollari. Ne emerge un inquietante traffico di reperti antichi provenienti da scavi illeciti che si moltiplicavano nell’Italia degli anni settanta. Come si evince dal racconto, i musei americani dell’epoca non si preoccupavano quasi mai di verificare la provenienza dei reperti, ma solo l’importanza e l’autenticità. Oltre al Getty, altri musei hanno speso ingenti somme in opere rubate: il Metropolitan Museum di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, il Museum of Art di Cleveland ed altri ancora. Dopo qualche anno, però, per opera di alcuni personaggi e delle pressioni esercitate dai paesi di provenienza delle opere, il Getty ed altri musei si convinsero a restituire gran parte delle collezioni illecite.La corona d’oro, ad esempio, è ora al museo archeologico di Salonicco. Tuttavia, ancora oggi, alcune di queste collezioni continuano ad esporre opere sottratte illegalmente. Una delle possibili soluzioni, secondo gli esperti intervistati nel documentario, può venire dalla politica dei prestiti.
Lo scorso anno, l’attuale direttore degli Uffizi di Firenze, il tedesco Eike Schmidt, è riuscito ad ottenere la restituzione del “Vaso di fiori” di Jan van Huysum, sottratto al museo fiorentino durante l’ultima guerra. Partendo da questo episodio dei giorni nostri, la seconda parte di Art Night, ricostruisce le vicende diun italiano dimenticato, Emilio Lavagnino, funzionario ministeriale che, durante la seconda guerra mondiale,riuscì a mettere in salvo opere di enorme valore dalle razzie tedesche.L’intera puntata di Art Night è disponibile anche su Rai Play.