Ci sarà un B.C. e un A.C., before corona, after corona nei nostri A.D. anno domini da qui in avanti. La pandemia è una crisi sanitaria, sistemica, economica, psicologica globale che ha pervaso (anche) il sistema dell’arte e il suo mercato, con relative e logiche ripercussioni. Non sappiamo per quanto tempo saranno limitati movimenti e spostamenti internazionali. Non abbiamo idea di come torneremo a girandolare per mostre, biennali, fiere (se non altro, quasi sicuramente, finirà l’isteria collettiva e compulsiva della proliferazione patologica della fiera ovunque e per qualsiasi cosa). Si pianifica e programma nell’incertezza quasi assoluta attendendo la discesa del santo vaccino. Aspettando che ne sarà del nostro amato circo dell’arte, abbiamo chiesto ai maggiori attori del sistema in Italia pensieri, previsioni e possibili scenari post-epidemia, dalla propria sospesa quotidianità in quarantena.
Abbiamo chiesto a Giuseppe Lezzi della M77 Gallery di Milano pensieri e considerazioni sulla situazione attuale e sul mercato dell’arte in relazione agli artisti della sua scuderia: Emilio Isgrò, Maria Lai e Grazia Varisco.
Non c’è dubbio che la crisi economica globale derivata da questa terribile pandemia, della quale stiamo solo iniziando a vedere le prime reali manifestazioni, stia mettendo a dura prova tutti i settori produttivi italiani. In risposta dal mondo dell’arte stiamo vedendo un inevitabile slancio verso l’online, che sta dando luce ad una creatività e resilienza che forse ci eravamo scordati di possedere; una proposta incredibilmente ampia e variegata di contenuti immersivi e coinvolgenti tra post, materiali inediti, appuntamenti live di Instagram e conferenze pubbliche su Zoom. Per chi non ha già un mercato solido e vi era già orientato, l’investimento nel digitale repentino e ingente – come sostengono in particolare vari direttori di musei sia Italiani che internazionali, preparandosi in molti casi al peggio – ha attualmente dei ritorni incerti. In attesa di questa elusiva ‘fase due’ e di cominciare a capire che sembianze avrà un mondo post-COVID, dobbiamo rimanere positivi e considerare questa come un’opportunità per nuove sfide e strategie.
M77 è attiva su varie piattaforme online tra le quali la rinomata Artnet, storicamente la prima piattaforma online dedicata alla compravendita di opere contemporanee (e non) e Ocula, risorsa per i collezionisti e appassionati che seleziona tramite application le migliori gallerie a livello globale, con un focus sui mercati asiatici. Stiamo offrendo al nostro pubblico e ai nostri collezionisti materiale sempre nuovo ed inedito e approfondimenti sul nostro roster di artisti, in modo da accentuarne la familiarità e l’interesse, e offrendo insight su alcune delle opere più significative che hanno varcato la nostra soglia negli anni.
Oltre ai risultati che queste strategie possono dare, il mio pensiero è diretto al “domani”. É mia opinione che ci sarà un significativo bounce-back – ovvero di un sano slancio di ripresa e ritorno alle nostre attività pre-pandemia con rinnovata e rimarcata enfasi – non solo relativo ai già collezionisti, i quali, abituati al rapporto con i galleristi e le gallerie, torneranno a fare quello che hanno sempre fatto con uno slancio anche maggiore dettato dalle limitazioni protrattesi tanto a lungo, quanto anche legato alla crisi dei mercati finanziari e azionistici che porterà molti investitori a valutare nuove alternative. Certamente fare pronostici in una situazione tanto incerta è cosa quasi impossibile, tuttavia mi sento tranquillo nel sostenere che la tendenza per collezionisti sia novizi che esperti sarà probabilmente rivolta verso artisti più affermati, prediligendo quelli con un mercato solido. M77 si specializza proprio in questo settore dell’arte contemporanea, rappresentiamo infatti alcuni tra i nomi italiani più prestigiosi ed interessanti.
Gli ultimi anni ci hanno già regalato molte soddisfazioni in questo senso, specie per quanto riguarda Emilio Isgrò, Maria Lai e Grazia Varisco. Tre eccellenze italiane che stiamo vedendo irrobustirsi ulteriormente sia dal punto di vista del riconoscimento pubblico ed istituzionale che del mercato a livello internazionale, mercato che è solido quanto lo è il ruolo di questi artisti nel panorama storico-artistico.
Partendo da Emilio Isgrò, artista ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista, la cui fama lo precede e che fa parte della scuderia M77 dal 2016, nonostante negli scorsi anni abbiamo registrato una crescita costante del suo mercato, il 2019 è stato senz’altro un anno da ricordare.
Dichiaro di non essere Emilio Isgrò, importante opera del 1971, è infatti stata battuta presso la Casa d’Aste Pandolfini per un importo record di € 237.500,00, una cifra mai registrata prima. Lo scorso anno ha inoltre visto l’artista protagonista di una importantissima omonima retrospettiva alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con la curatela di nientemeno che Germano Celant.
Il 2019 è stato un anno di svolta anche per un’altra delle nostre artiste, che ricordiamo con profonda stima e affetto proprio in questi giorni per il settimo anniversario dalla sua morte, Maria Lai.
Maria Lai è uno di quegli artisti la cui eredità non è mai stata messa in discussione, il suo nome menzionato e rispettato negli ambienti artistici e nei libri di storia dell’arte, ma che purtroppo durante la sua vita ha fatto fatica a vederne un riconoscimento economico. Per quanto la sua opera, così personale e potente, rendesse difficile metterne in discussione la rilevanza, la sua natura unica e ‘fuori dal coro’ – un tratto in comune con l’Isgrò degli inizi – ha reso difficile etichettarlo come parte di una corrente più ampia, svantaggiandola su una piattaforma internazionale. Tuttavia, se già una controtendenza si era avvertita con la sua partecipazione alla 57esima Biennale di Venezia e a Documenta 14, sono stati il record di €184.500,00 registrato al Thinking Italian Evening Sale di Christie’s a Londra e la monumentale retrospettiva Tenendo per mano il Sole al MAXXI di Roma a consacrarla – insieme, diciamolo, a troppe poche altre artiste donne – nell’Olimpo dell’arte Italiana del dopoguerra. La mostra che ha segnato il nostro ‘debutto in società’ in collaborazione con l’Archivio Maria Lai, presieduto dalla nipote dell’artista, Maria Sofia Pisu, è datata 2018 e sottolinea il nostro ruolo nella crescita del suo mercato internazionale – comprovato da allora da numerose mostre e risultati d’asta – oltre al nostro impegno a continuare un lavoro serio e a tutto tondo su questa sorprendente artista sarda.
L’acquisizione più recente per la scuderia M77, ma il quale nome non risulta per niente nuovo al panorama artistico contemporaneo, è Grazia Varisco.
Già un’istituzione a Milano, che aspettava di celebrarla nella grande retrospettiva di Palazzo Reale prevista per Luglio e che speriamo possa presto aprire i battenti in una città ripartita e in ripresa, Varisco è un’altra delle importanti voci dell’arte contemporanea italiana a livello internazionale. Pioniera dell’Op Art e dell’arte programmata dagli anni ’60, le sue opere sono in tutte le più grandi collezioni tra le quali quella del MoMA di New York. Per quanto il suo mercato si sia sempre mantenuto costante in questi ultimi anni, è stato fino allo scorso anno, a mio avviso, al di sotto delle prospettive e capacità di un’artista di tale rilievo. Per questo ho deciso di ‘scendere in campo’ e porvi rimedio con un attento e lungimirante lavoro che ha già portato ottimi e riscontrabili risultati ma che mi auguro di poter presto continuare a portare avanti, insieme a tutti quei progetti che abbiamo in serbo in galleria per il nostro pubblico ed i nostri collezionisti.
Questo incerto momento di profondo cordoglio ci riguarda tutti da vicino: la crisi è globale come globale è la diffusione del virus. Per questo credo sia necessario, adesso, pensare in termini di un “noi” globale; con un po’ di ottimismo e l’augurio di avere un Governo che si dimostri solido e un’Europa unita, ne usciremo.