Jorit, Jago, Virginia, classi 1990, 1987, 1981, sono gli artisti giovani e anticonvenzionali al centro del docu-film “MillenniArts” di Luigi Pingitore, in onda venerdì 8 maggio alle 21.15 su Rai5, in apertura del programma Art Night. Segue, a pochi giorni dall’anniversario della nascita, il documentario “Piero Guccione, verso l’infinito”, che racconta la vita e le opere del pittore siciliano scomparso nel 2018.
Jorit, nome d’arte di Ciro Cerullo, è nato e vissuto a Napoli, dove sono apparse sui muri le sue opere più famose. Dopo un periodo da writer, che coincide con l’impegno politico nei movimenti no-global, Jorit passa alla raffigurazione realistica di enormi ed espressivi volti umani. Famosa è la sua rappresentazione di San Gennaro con il volto di un operaio, ispirata alla maniera di Caravaggio.
Jago (pseudonimo di Jacopo Cardillo) è uno scultore che si è formato a Frosinone, sua città d’origine, e che usa il marmo come gli artisti antichi. Dopo aver raffigurato il busto a torso nudo di Benedetto XVI che lascia il soglio pontificio, in un’opera dal titolo “Habemus Hominem”, a New York, Jago scolpisce “Il Figlio velato”, ispirandosi al famoso “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino, conservato nella Cappella San Severo a Napoli.
Virginia Zanetti è una performance artist toscana, il cui lavoro si esprime con gli strumenti più vari: dal ricamo, alla creta, alla fotografia. Focus delle opere è la relazione con gli altri, il percorso che unisce opere d’arte e persone, attraverso il rapporto fra pensiero e corpo, mente e azione.
La seconda parte di Art Night è dedicata al documentario “Piero Guccione, verso l’infinito”, perla regia di Nunzio Massimo Nifosì, presentato al Festival del cinema di Roma nel 2011 e realizzato in collaborazione con il Padiglione Italia della 54esima Biennale di Venezia. Il film segue Guccione in una giornata tipo nella sua splendida villa nel ragusano, la terra d’origine dovesi era rifugiato alla fine degli anni settanta dopo una prima parte della vita spesa prevalentemente a Roma. Con lui si trasferisce in Sicilia anche la pittrice e sua compagna Sonia Alvarez che, insieme ad altri artisti, fa parte del cosiddetto Gruppo di Scicli, un manipolo di pittori che, come disse Renato Guttuso in una famosa intervista del 1981, operavano nell’estrema periferia,lontani dal dinamismo delle metropoli e dalla velocità consumistica. Nel film, con la colonna sonora di Franco Battiato e Giovanni Sollima, oltre a Guccione e alla Alvarez, vengono intervistati artisti, critici ed intellettuali come Maurizio Calvesi, Vittorio Sgarbi, Marc Fumaroli, Tahar BenJelloun, Sandro Manzo, Claude Bernard.