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Mascarilla 19. Otto film d’artista contro la violenza sulle donne, tenere alta l’attenzione

Mascarilla Mascarilla
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Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence. Otto film d’artista prodotti al tempo della pandemia contro la violenza sulle donne. Il progetto, commissionato da In Between Art Film, vedrà come protagonisti Ivàn Argote, Silvia Giambrone, Eva Giolo, Basir Mahmood, MASBEDO, Elena Mazzi, Adrian Paci e Janis Rafa sotto la direzione di Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini.

Indaga ed esplora i confini tra le arti visive, il cinema, la performance e i linguaggi dell’immagine in movimento la casa di produzione cinematografica In Between Art Film, fondata nel 2012 da Beatrice Bulgari. Per il progetto Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence ha invitato otto artisti e tre curatori a confrontarsi sul drammatico tema della violenza sulle donne, in questo periodo di quarantena forzata divenuto “emergenza nell’emergenza”. Mascarilla 19 (mascherina 19), infatti, è la parola in codice che in Spagna viene usata per denunciare gli abusi subiti e lo stesso nome della campagna lanciata dal premier Pedro Sanchez per combattere lo spaventoso aumento di richieste d’aiuto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le violenze domestiche tendono ad acuirsi nelle situazioni di crisi, come disastri naturali, guerre o epidemie. Dall’inizio della pandemia da Covid-19, stando ai dati dell’ONU, le denunce a livello globale sono triplicate, senza considerare tutti quei casi invisibili che non riescono ad avere voce.

In tal modo il nuovo progetto di In Between Art Film risponde al duplice impulso di richiamare l’attenzione sulla violenza di genere fornendo stimolo e sostegno alla produzione artistica. Attraverso una selezione di artisti appartenenti a diverse generazioni e provenienti da differenti contesti culturali, Mascarilla 19 esplora una molteplicità di significati umani, sociali e linguistici legati all’isolamento psicologico e alla violenza fisica, alla privazione della possibilità di comunicare, alla trasformazione della casa da luogo di rifugio a teatro di sopruso.

La produzione delle opere, già attiva a livello concettuale, sarà realizzata dagli artisti non appena verranno allentate le restrizioni adottate nei vari paesi di residenza.

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