Print Friendly and PDF

La Fase 2 delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Riflessioni a una settimana dalla riapertura

San Marco libera uno schiavo(foto Alessandra Chemollo) San Marco libera uno schiavo (foto Alessandra Chemollo)
Manieri EliaTempesta di Giorgione (foto Alessandra Chemollo)
Tempesta di Giorgione (foto Alessandra Chemollo)

Venezia: è una visita insolita quella che attende i visitatori alle Gallerie dell’Accademia, ma di certo non inferiore a prima in quanto a esperienza. Anzi. Il 26 maggio il museo ha riaperto dopo oltre due mesi di chiusura e al messaggio di ripartenza lanciato dal Direttore Giulio Manieri Elia (che ha invitato, inaugurando, al “ricongiungimento culturale”) ha risposto un’affluenza di più di 1700 persone nei primi sei giorni, 1100 solo nel weekend. 

Vista la situazione d’emergenza e gli spostamenti limitati i numeri sono quasi incredibili, ma la differenza tra l’attuale limite giornaliero di 130 visitatori e i 300000 annui del 2019 è già evidente: spostamenti limitati e capienze contingentate permettono ai fortunati presenti di ammirare le opere con attenzione e lentezza, e si procede nel percorso a un ritmo che sembra un lusso potersi concedere.

Ben lontani dal sovraffollamento turistico degli scorsi anni i capolavori di Giorgione, Tintoretto e Tiziano sono straordinariamente vicini, e l’osservarli in solitudine accresce la fruizione di una dimensione intima e contemplativa.

Con l’obbligo di distanziamento di 2 metri anche gli spazi delle Gallerie diventano “piccoli”, ma si fanno immensi per chi li percorre: sale che ospitano dipinti di 5 o perfino 13 metri di lunghezza (vedi Convito in Casa di Levi) recitano come limite quello dei quattro visitatori, e ci si trova spesso soli di fronte a tele imponenti e cariche di storia.

San Marco libera uno schiavo(foto Alessandra Chemollo)
San Marco libera uno schiavo (foto Alessandra Chemollo)

 

L’istituzione veneziana, tra le prime a riprendere l’attività dopo il lockdown, si è mostrata rapida nell’adottare le misure di sicurezza necessarie e ha persino accolto i suoi visitatori con una piccola sorpresa, esponendo dopo più di un secolo di assenza la Pala di Sant’Anna di Jacopo Bassano.

Pala di Sant’Anna
Pala di Sant’Anna di Bassano

L’opera, realizzata nel 1541 e di proprietà delle Gallerie fin dal 1812, era stata ceduta in deposito a fine ‘800, e torna nelle sale dell’Accademia alla luce del riallestimento che verrà completato nel prossimo autunno: attualmente esposta nell’ex Chiesta di Santa Maria della Carità sarà infatti collocata nella rinnovata sezione dedicata alla pittura veneta cinquecentesca, in una sala interamente dedicata a Jacopo Bassano.

Il dipinto è testimonianza delle sperimentazioni manieriste e delle influenze subite dal pittore, dal lavoro di Pordenone al naturalismo lombardo; colma un vuoto nella collezione in quanto unico rappresentante della fase giovanile dell’artista, e ne completa la produzione affiancandosi a una già ricca raccolta di lavori maturi.L’iniziativa, resa possibile dalla collaborazione con il Museo di Bassano del Grappa, sposa un più ampio progetto di valorizzazione dell’arte veneta, e si colloca all’interno di quella che è la più grande collezione di arte veneziana al mondo.

Manieri Elia (foto Alessandra Chemollo)
Manieri Elia (foto Alessandra Chemollo)

Il legame del museo con il territorio non è però solo storico-artistico, e lo dimostrano gli sforzi fatti da parte dello staff per riaprire il prima possibile e in totale sicurezza.

L’intento è sì quello di ripartire, ma di farlo portando arte e cultura in primis alla comunità locale: per favorire quest’ultima orari di visita mantenuti ampissimi (da martedì al sabato e dalle 8.15 alle 19.15) e una nuova Membership Card, che consente non solo accesso illimitato per un anno ma anche tariffe agevolate per gli accompagnatori, salta fila e inviti a inaugurazioni e lectures.

A giudicare dai risultati della prima settimana la fiducia sembra ricambiata e tra adattamenti efficienti, un riallestimento da finire e Anish Kapoor all’orizzonte (previsto per il 2021) le Gallerie mantengono alte aspettative: il modello andrà testato sul lungo termine, ma per una fase due l’aspetto è più che virtuoso.

Commenta con Facebook