La Gilda Contemporary Art si trasforma in un mondo magico grazie all’esplosione della natura. Fino al 30 giugno 2020 la Galleria ospita “Il giardino d’Arcadia“, una mostra collettiva a cura di Andrea Lacarpia.
Tredici artisti hanno reso possibile la creazione di questo fantastico ambiente. Le opere esposte vogliono porre l’attenzione sulla natura, creando un dialogo tra arte e natura e portando i visitatori a riflettere su vari aspetti.
In questo momento in particolare, dove il mondo si è dovuto mettere in pausa a causa del Coronavirus, la natura ha ripreso le redini in mano ed è rinata rimpossessandosi dei suoi spazi originali. Un evento che ha evidenziato la potenza indescrivibile che possiedono la flora e la fauna. “Il giardino d’Arcadia” diviene dunque metafora della capacità di rinnovamento che ci viene insegnata dalla natura.
Nelle opere in mostra il soggetto natura è declinato con modalità che vanno dalla riflessione mitico-filosofica, spesso rivolta all’individuazione di una dimensione originaria, alla costruzione di un immaginario post-naturale che ibrida forme biologiche e prodotti dell’uomo per esprimere le attuali trasformazioni nella percezione di naturale e artificiale. Il mito dell’Arcadia, luogo lontano dalle città che gli antichi greci consideravano dimora delle divinità silvestri, nella storia si è evoluto andando a simboleggiare la necessità dell’uomo di ritrovare una natura selvaggia e primigenia, tra realtà e idealizzazione. Da qui il nome della mostra.
Proprio seguendo queste declinazioni, l’esposizione è allestita in modo da catapultarci in un mondo fantastico, fuori da ogni possibile immaginario.
Le opere spaziano da quadri a sculture, da istallazioni a video e opere digitali. Ovviamente non può mancare il protagonista principale che ha ispirato queste creazioni e la mostra stessa: la natura. Grazie alla collaborazione di Simone Ugolini (Orto Botanico Pervinca) sono state inserite nell’allestimento piante vere e proprie.
Opere d’arte e natura coesistono, dialogano e sono accomunate da una stessa energia vitale. Il paesaggio, e quindi l’esposizione, diviene mappa dell’inconscio collettivo dove l’uomo, le piante e gli animali appartengono a un’unica cosa.