Figlio di un altro grande editore ed intellettuale, Mario, Spagnol è stato presidente della casa editrice Salani, e dal 2005 vicepresidente del Gruppo editoriale Mauri Spagnol
“Un editore deve ascoltare i lettori, e deve cercare di capire, senza invidia, perché determinati libri hanno avuto successo. Per me non sarebbe possibile fare il lavoro che faccio se pensassi che il pubblico a cui da editore mi rivolgo abbia gusti volgari, disprezzabili, o che si faccia influenzare facilmente”. Questo raccontava del suo mestiere Luigi Spagnol nel 2017, nel corso di un incontro tenutosi a Venezia. E questo è quello che ha fatto per tutta la vita, interrottasi ieri a Milano, all’età di 59 anni.
Nato sempre a Milano nel 1961, era figlio di un altro grande editore ed intellettuale, Mario, attivo fra Bompiani, Feltrinelli, Mondadori (Oscar) e Rizzoli, fino a quando, nel 1979, gli fu affidato il rilancio della casa editrice Longanesi, che guidò per vent’anni. Luigi Spagnol era nato dunque con il fiuto da besteller: fu lui a portare in Italia “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda, anche lui tragicamente scomparso di recente, vittima del Coronavirus. E fu lui, con Salani, a intercettare per il nostro Paese il successo planetario della saga di Harry Potter. Dal 1980 è stato prima responsabile editoriale e poi presidente della casa editrice Salani, e dal 2005, anno della costituzione, è stato vicepresidente del Gruppo editoriale Mauri Spagnol.
Ma sono tanti gli autori che devono le loro fortune italiane a Spagnol. Da Philip Pullman a Margaret Atwood, da David Almond a Philippe Claudel, Karl Ove Knausgård, David Mamet, Simone de Beauvoir. A quella di editore e talent scout Luigi Spagnol affiancò una profonda sensibilità creativa. Con la sua attività di pittore, sfociata in diverse mostre a Milano negli anni ’90 e culminata con una grande esposizione a Brescia nel 2000. E con una grande sensibilità verso gli aspetti dell’illustrazione e della grafica nell’editoria, e l’estrema cura e gusto riservate alla scelta delle copertine. Per Salani disegnò diverse in prima persona, dipingendo e lavorando con tutte le sue case editrici fino agli ultimi giorni.