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Tra furti e recuperi: l’arte delle miniature in mostra a Firenze

Palazzo Pitti, Firenze
Palazzo Pitti, Firenze

Le Gallerie degli Uffizi presentano Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri, mostra realizzata con preziosi volumi antichi recuperati a seguito di un furto. Fino al 4 ottobre l’esposizione è visibile a Palazzo Pitti.

Hanno sempre un sapore di riconquista questo tipo di mostre. Addirittura – se il nostro spirito è particolarmente incline a questo tipo di ideali – anche di giustizia e di ordine ristabilito. Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri, in mostra fino al 4 ottobre alle Gallerie degli Uffizi (Palazzo Pitti), riporta nella loro sede legittima, quella museale, 40 opere recuperate da un furto.

Libri antichi e preziosi, pergamene finemente illustrate e miniature pregiate ritrovate dal Nucleo Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale e ora esposte nell’eccezionale contesto del museo fiorentino. I manoscritti e le singole pagine miniate in mostra attraversano la grande stagione di produzione libraria dell’Italia centrale dal Duecento al Cinquecento: provengono da Castelfiorentino, Colle di Val d’Elsa, Firenze, Perugia e Pistoia, e le miniature sono opera di artisti importantissimi come il Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, che malgrado sia ancora anonimo era a capo della bottega più attiva in Toscana nell’ultimo quarto del XIII secolo; Pacino di Buonaguida (uno dei primi e più dotati tra i seguaci di Giotto); fino ad Attavante degli Attavanti e Gherardo e Monte di Giovanni, illustratori di libri di fama internazionale ai tempi di Lorenzo il Magnifico.

Corale A, Primo Maestro dei corali di Montemorcino, Graduale Proprio del Tempo dalla prima domenica di Avvento alla quarta domenica di Quaresima. Iniziale A (Ad te levavi) con Re David inginocchiato di fronte a Dio benedicente 1500-1510 circa tempera e oro su pergamena Monastero di Monte Oliveto Maggiore, Asciano (Siena)

Ma oltre al valore storico, artistico e, perché no, devozionale delle opere, il ruolo del furto assume in questa mostra uno spazio rilevante, che si spinge più in là della retorica con cui abbiamo aperto l’articolo. Numerosi furti – e successivi recuperi – hanno segnato la spettacolare vicenda di alcuni dei volumi in mostra, travagliati protagonisti di una vicenda che speriamo veda in questa esposizione un felice epilogo. I corali provenienti dal convento dei Minori Osservanti di San Lucchese a Poggibonsi sono stati oggetto di ben due furti, negli anni Trenta del ‘900 e poi di nuovo nel 1982; gli oltre venti volumi dell’abbazia benedettina di Montemorcino in Umbria, trasferiti nell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano, vennero rubati nel 1975; vittima di furto anche l’Ufficio dei Morti di Leone X de’ Medici, uno dei volumi più pregiati in mostra.
Ancora più dei rocamboleschi furti e recuperi, ad affascinare è la presenza di alcune opere sfregiate e l’assenza delle miniature ritagliate e dei fogli strappati. Queste ferite sono testimonianze tangibili delle violenze perpetrate nei confronti del bene comune, del patrimonio culturale e, per estensione, alla nostra lingua conservata nei tomi.

Corale K, Secondo Maestro dei corali di Montemorcino (Tommaso di Mascio Scarafone?), Antifonario notturno del Proprio del Tempo dall’Ascensione al Corpus Domini, Foglio con iniziale I (Immolabit) con l’Elevazione dell’Eucarestia, particolare, tempera e oro su pergamena, 1500-1510 circa
‘Pagine dipinte’: un laboratorio di tutela per giovani difensori dell’arte

La realizzazione della mostra è dovuta a storici dell’arte, specializzandi e dottorandi di Storia della Miniatura all’Università degli Studi di Firenze, sotto la guida della professoressa Sonia Chiodo, una dei massimi esperti della materia.

Vignette interattive per scoprire i codici miniati

Storie di pagine dipinte ha anche un particolare corredo infografico: sette disegni della nota illustratrice Vanna Vinci, resi interattivi mediante una tecnologia touch, che presentano ai visitatori, in modo chiaro e accattivante, i luoghi e i protagonisti delle storie che la mostra ricostruisce: copisti, miniatori, religiosi e, da ultimo, i ladri e le forze dell’ordine.

Maestro dell’Officium mortuorum di Leone x (attivo a Roma tra 1513 e 1520), Officium Mortuorum e Septem Psalmi Penitentiales, c. 1v, tempera e oro su pergamena, 1516-20 (post 1513), membranaceo; tempera e oro su pergamena; mm 157 x 100, Firenze, collezione privata (già collezione Carlo De Carlo)

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