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Santa Sofia tornerà a essere una moschea. Che ne sarà dei simboli cristiani?

Deesis, XIII secolo.
L’interno della basilica di Santa Sofia, il 2 luglio 2020 (Chris McGrath/Getty Images)

Ormai è ufficiale. Santa Sofia tornerà a essere una moschea. Ma rimarrà aperta ai visitatori al di fuori degli orari della preghiera islamica, cinque volte al giorno.

L’apertura ai fedeli musulmani dalla preghiera sarà dal 24 luglio: la prima volta dal 1934. Anche Papa Francesco ha detto la sua opinione durante l’Angelus di domenica: «Sono molto addolorato per Santa Sofia che diventa moschea a Istanbul» Anche il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo ha dichiarato: «E’ una scelta che spingerà milioni di cristiani in tutto il mondo contro l’islam. Per la sua sacralità, Santa Sofia è un centro di vita in cui si abbracciano Oriente e Occidente. La sua riconversione in luogo di culto islamico sarà causa di rottura tra questi due mondi».

Che ne sarà dei simboli cristiani? Sembra che saranno in qualche modo «coperti». Lo ha ribadito la direzione per gli Affari religiosi della Turchia. «Tutte le rappresentazioni umane all’interno della moschea di Santa Sofia non costituiscono un impedimento allo svolgimento dei riti islamici. Affreschi e mosaici saranno coperti da un tendaggio e oscurati in una maniera adeguata solo negli orari di preghiera», anche ricorrendo a “giochi” di luce e ombre.

Leone VI ai piedi di Cristo
Mosaico dell’imperatore Costantino IX e della Basilissa Zoe
San Giovanni Crisostomo.
Mosaico dell’imperatore Giovanni II Comneno e di sua moglie Piroska
Deesis, XIII secolo.

L’ambasciatore della Turchia in Italia, Murat Salim Esenli ha difeso l’operato di Erdogan. «Su Santa Sofia la Turchia ha preso una decisione sovrana che si fonda su basi legali».

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