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Tra luce e segno. Mario Cresci alla Fondazione Modena Arti Visive

Mario Cresci fondazione Modena arti visive Mario Cresci, Autoritratto, dalla serie Attra verso la traccia, Bergamo 2010 © Mario Cresci Mario Cresci, Autoritratto, dalla serie Attra verso la traccia, Bergamo 2010 © Mario Cresci
Mario Cresci fondazione Modena arti visive Mario Cresci, Autoritratto, dalla serie Attra verso la traccia, Bergamo 2010 © Mario Cresci
Mario Cresci, Autoritratto, dalla serie Attra verso la traccia, Bergamo 2010 © Mario Cresci

La luce, la traccia, la forma. Dal 12 settembre, la Fondazione Modena Arti Visive diventa teatro di una riflessione sulle diverse forme del linguaggio firmata Mario Cresci.

Per l’occasione, le sale di Palazzo Santa Margherita verranno riempite con opere realizzate con i mezzi più vari e tecniche sperimentali, frutto di una ricerca iniziata negli anni ’70 e ancora oggi in corso. L’arte di Mario Cresci, ligure classe ’42, si esprime da sempre attraverso una molteplicità di forme espressive. Dai video al disegno, dalle installazioni site-specific alla fotografia (questo il suo mezzo prediletto), l’artista ha portato avanti un’indagine sul reale a 360 gradi, interrogandosi in ogni modo sulla natura del linguaggio visivo.

Mario Cresci FMAV Mario Cresci, dalla serie Rivelati, Roma 2010
Mario Cresci, dalla serie Rivelati, Roma 2010

La FMAV lo invita ora a confrontarsi con la nascita e lo sviluppo del processo fotografico. Il pretesto è fornito da L’impronta del reale. W. H. Fox Talbot alle origini della fotografia, in corso alle vicine Gallerie Estensi. Ispirandosi all’inventore della fotografia, Cresci propone una serie di opere in cui luce e segno la fanno da protagonisti.

Il segno, da sempre elemento centrale delle opere grafiche di Mario Cresci, funge in questo caso da collegamento con le incisioni ad acquaforte e bulino che, prima dell’avvento della fotografia, venivano praticate su lastre di rame per dar vita alle calcografie. Con l’evoluzione della tecnica, la mano dell’artista è venuta meno, e a sostituirla è arrivata la luce, altra grande protagonista della personale modenese.

Mario Cresci FMAV Segni nei segni di segni, Roma 2011, still da video © Mario Cresci
Mario Cresci, Segni nei segni di segni, Roma 2011, still da video © Mario Cresci

Riallacciandosi a un lavoro concepito per l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma nel 2011, Cresci usa fotografie e video per avviare una rilettura delle opere grafiche di tre grandi artisti del passato. I segni di Giovanni Battista PiranesiAnnibale Carracci e Luigi Calamatta sono studiati da vicino e riletti in chiave nuova, in opere che diventano riproduzioni di riproduzioni della realtà.

Alla serie “Geometria non euclidea” (1964) appartiene invece Alterazione del quadrato, una riflessione sullo spostamento del punto di vista e sull’ambiguità dell’esperienza percettiva. Autoritratto è invece il ribaltamento del processo di produzione fotografica, in cui è la foto stessa a incidere la lastra di rame.

Mario Cresci FMAV Mario Cresci, dalla serie Rivelati, Roma 2010-Bergamo 2020
Mario Cresci, dalla serie Rivelati, Roma 2010-Bergamo 2020

Mario Cresci sarà inoltre docente del Master sull’immagine contemporanea della Scuola di alta formazione di Fondazione Modena Arti Visivein cui giovani artisti avranno la possibilità di formarsi con i grandi artisti protagonisti delle esposizioni della FMAV.

Informazioni utili 

Mario Cresci. La luce, la traccia, la forma

12 settembre 2020 – 10 gennaio 2021

Fondazione Modena Arti Visive

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