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John Cage e il concerto più lungo di sempre: le ragioni di un brano eterno

Non poteva che essere John Cage il soggetto di un concerto lungo 639 anni. Protagonista un unico eterno brano, che si costruisce lentamente tramite graduali aggiunte di sonorità. L’ultima variazione è avvenuta sabato 5 settembre.

A differenza delle Olimpiadi o del Forum economico mondiale di Davos, quest’evento non poteva essere rimandato.

 

Rainer Neugebauer, John Cage Organ Foundation di Halberstadt

Il 5 settembre del 2001 è iniziato un concerto che ancora non è terminato. Non finirà, se tutto scorre come previsto, prima del 2640. Il concerto più lungo della storia, dove a suonare è sempre lo stesso, eterno, brano musicale. Il luogo dove si sta tenendo questo spettacolo del tutto fuori dall’ordinario è una chiesa, situata nel piccolo paese di ad Halberstadt, in Germania. Protagonista dell’evento – che più di ogni altro può legittimamente dirsi epocale – non poteva essere che il compositore più folle di sempre: John Cage.

Sono già passati 19 anni da quando i promotori dell’evento hanno adibito la chiesa di Sankt-Burchard a teatro di questa melodia ininterrotta, che perpetuamente reitera la sua lunga e lenta esecuzione. Da quel momento nel tempio ha risuonato quasi sempre la stessa sonorità, incessante. Cage ci ha abituato a composizioni monocorde, dove il silenzio, l’attesa e la ripetizione hanno il medesimo valore delle note. Per cui, in questo disteso e sornione tappeto sonoro, fa rumore la notizia il primo cambio di sonorità avvenuto in 7 anni. Uno snodo cruciale nella storia infinita di un concerto che nessuno di noi vedrà mai concludersi.

Per questo gli appassionati non si sono fatti fermare dal Covid-19 e sono accorsi ad Halberstadt per questa occasione imperdibile. Infatti in questi anni di concerto l’accordo è cambiato solamente 14 volte; di conseguenza ogni minima variazione acquisisce un notevole peso specifico. “Il cambio di accordo doveva andare avanti” ha detto Neugebauer, “è nella partitura“. E così è stato.

Le ragioni di questo assurdo progetto risalgono al 1985, quando Cage scrisse per la prima volta il pezzo – che in realtà era stato pensato per il pianoforte. Quando poi nel 1987 lo rielaborò adattandolo per l’organo, diede un’unica ma precisa indicazione: deve essere suonato “il più lentamente possibile“. Detto, fatto. Un gruppo di compositori, organisti, musicologi e filosofi – alcuni dei quali avevano lavorato con Cage – si ritrovarono nella città di Trossingen, nel sud della Germania, nel 1998, e svilupparono l’idea di una performance estrema. Il progetto era di calibrare Organ² / ASLSP (As SLow aS Possible) – questo il nome che ha assunto il brano – sull’aspettativa di vita di un organo. Si pensa che il primo organo moderno a tastiera sia stato costruito ad Halberstadt nel 1361, 639 anni prima della fine del 21 ° secolo, quindi il gruppo decise che la performance sarebbe durata 639 anni.

Stabilirono poi che il concerto sarebbe iniziato in quello che sarebbe stato l’89° compleanno di Cage, morto a 79 anni nel 1992. Il 5 settembre 2001, appunto. Da lì una lunga melodia minimale ha iniziato il suo lento svolgimento. Dal 5 ottobre 2013 erano cinque le note che risuonavano nella chiesetta – Do, Re bemolle, Re diesis, La diesis e Mi. Ma alle ore 15 di sabato 5 settembre 2020 il compositore Julian Lembke e il soprano Johanna Vargas, entrambi con guanti bianchi, hanno abbassato due nuove canne sul corpo dell’organo, che suonava un Sol diesis e un MI. In attesa di sapere quando e come proseguirà la partitura, sono dunque sette le note che ora si intrecciano in questa composizione unica.

Mettiamoci comodi, siamo solo all’inizio.

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