Arte, architettura, editoria e scienza si incontrano a Manifattura Tabacchi in occasione della III edizione di GOD IS GREEN, il festival dedicato alla sostenibilità e al futuro. Dieci giorni, dal 9 al 18 ottobre, per SUPERCATASTROFE – quali storie per la fine del mondo: un percorso articolato tra video, suoni, testi per riflettere sull’emergenza climatica e per immaginare pratiche utili per sopravvivere su un pianeta messo alle strette.
SUPERCATASTROFE raccoglie e mette a confronto artisti, pensatori, attivisti e operatori culturali che hanno iniziato a interrogarsi sull’origine della presenza dell’uomo sulla Terra. Il festival è prodotto da NAM – Not A Museum, il programma d’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi; curato da NERO (case editrice), con la partecipazione di Medusa (per la sezione video in mostra), Not (per la selezione di libri e letture), Parasite 2.0 (collettivo di arte e architettura che ha curato l’allestimento), Threes (per il sound collage), Andreco (artista e ingegnere ambientale), Clara Ciccioni, Federica Timeto e Miriam Tola, studiose e ricercatrici che prenderanno parte a talk organizzati per sviluppare teoricamente alcune tematiche.
«La pandemia del 2020 e le torride estati a cui ci ha abituato l’emergenza climatica sono sintomi di una catastrofe già in atto e contro la quale poco possono fare green economy e qualsivoglia riconversione “sostenibile”. È una catastrofe che obbliga il genere umano a porsi quesiti finora impensabili: siamo davvero sull’orlo dell’estinzione? Come è possibile sopravvivere in un pianeta esaurito dalla mano dell’uomo? Quali legami è possibile tessere nel pieno dell’apocalisse ambientale ma anche politica, economica e sociale di oggi?»
Questi alcuni dei quesiti attorno a cui si svilupperà il festival, il quale è stato organizzato come mostra iperoggetto, intendendo con esso un particolare genere di oggetti che sfuggono al controllo dell’uomo, il quale può solo in parte intuirne i confini senza però averne mai una visione completa. Per l’allestimento della mostra sono stati utilizzati scarti, rifiuti rielaborati e pigmenti fluorescenti, per indurre a riflettere sul rapporto tra natura e uomo. Lungo il percorso saranno presenti una serie di video che compongono uno straniante ritratto del pianeta al collasso. Ad accompagnare il visitatore sarà anche uno studiato sound collage che unisce sperimentazione musicale e sostenibilità ambientale. Il pubblico potrà infine consultare alcuni volumi e letture selezionate da Not.
Artisti e studiosi insieme per esplorare le possibili “storie per la fine del mondo”.