Due mostre e una collaborazione internazionale per ripartire. La Triennale di Milano da il via alla propria stagione espositiva con Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli (17 ottobre 2020 – 18 aprile 2021) e Claudia Andujar: La lotta Yanomami, organizzata insieme alla Fondation Cartier pour l’art contemporain (17 ottobre 2020 – 7 febbraio 2021).
“Due traiettorie intellettuali, poetiche e umane straordinarie” quelle di Enzo Mari e Claudia Andujar. Parola di Stefano Boeri, che il 15 ottobre ha presentato i nuovi progetti dell’istituzione davanti a uno schermo su cui sono sono alternati i volti di Dario Franceschini, Hans Ulrich Obrist e Francesca Giacomelli.
Il presidente della Triennale ha tenuto a sottolineare le assonanze che legano il percorso di due grandi intellettuali dei nostri tempi, nati a un solo anno di distanza (Andujar in Svizzera nel 1931, Mari a Novara nel ’32). Prima tra tutto, la passione che li ha sempre guidati, unita a un impegno etico fuori dal comune. Un impegno condiviso anche dalla stessa Triennale, che oltre alla dimensione estetica dimostra la valenza fortemente culturale del suo operato grazie alla collaborazione con la Fondation Cartier. Come ha ribadito il Ministro Franceschini durante il suo video-intervento, in questo momento è fondamentale portare avanti una stretta collaborazione internazionale, con la consapevolezza che questa è la “dimensione del futuro”.
Quella su Enzo Mari è la celebrazione dei 60 anni di attività di uno dei più importante designer italiani. A curarla, oltre a Francesca Giacomelli, è Hans Ulrich Obrist, legato al maestro da anni di amicizia e ore di conversazione (raccolte in dei video inclusi nel percorso). “Un ribelle con l’ossessione per la forma”, così il curatore definisce l’artista, i cui progetti sono stati una risposta necessaria all’orrore che dilagava all’esterno. Costantemente mosso da una tensione etica, Mari è stato una sorta di “Leonardo moderno”, capace di spaziare dal design all’editoria, dalla progettazione alla filosofia, dando forma all’essenziale in ogni campo.
La mostra affronta i molteplici campi della sua produzione attraverso specifici focus, servendosi anche del contributo di personaggi che hanno voluto rendere omaggio a Mari, da Mimmo Jodice a Adrian Paci, da Adelita Husni-Bey a Nanda Vigo, che prima della sua scomparsa ha reinterpretato per l’occasione uno dei più celebri lavori del designer, 16 animali e 16 pesci, realizzando un’istallazione al neon collocata nell’ingresso della Triennale.
A diciannove dei progetti di Enzo Mari sono poi dedicate altrettante Piattaforme di Ricerca, attraverso cui emergono i punti salienti della sua ricerca.
La seconda mostra allestita negli spazi di viale Alemagna è il primo frutto di una collaborazione destinata a durare 8 anni con la Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi. Claudia Andujar: La lotta Yanomami nasce da una lunga ricerca negli archivi della fotografa, grazie alla quale il curatore Thyago Nogueira ha dato vita alla più grande retrospettiva mai dedicatale.
Le foto di Claudia Andujar parlano della popolazione Yanomami, una delle più importanti tribù dell’amazzonia brasiliana, da anni minacciata dalle scorrerie dei cercatori d’oro e ora dalle conseguenze della pandemia. Gli scatti di Andujar sono un mezzo di lotta in favore di una realtà per la quale la fotografa si è battuta per anni. Alle oltre 300 fotografie portate in mostra si aggiungono poi documenti storici, una installazione audiovisiva e un filmato realizzati dagli artisti yanomami.