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Filatelia: le aste di ottobre

Mauritius, busta con otto buste dell’1 penny del 1859, proposta da Feldman a 90/120 sterline.
Il mitico 3 lire di Toscana con timbro “Per Consegna” che nell’asta Soler y Llach-Bolaffi è proposto a 15.000 euro

Doppio incanto Bolaffi, quello del 22 e 23 ottobre. Una proposta col proprio marchio, l’altra con quello di Soler y Llach, l’azienda spagnola entrata a far parte del gruppo torinese

Nella vendita “spagnola” si fa notare un bell’esemplare usato del 3 lire italiane del Governo provvisorio di Toscana che nell’illustrazione mostra lo stemma sabaudo coronato stimato 15.000 euro. A 5.000 euro, conseguenza di una qualità inferiore, lo stesso francobollo è presente nel catalogo della vendita Bolaffi.

Più d’una le “crocette” di Napoli, il francobollo da mezzo tornese uscito nel 1860 in periodo luogotenenziale in ottemperanza a quanto disposto del decreto che faceva obbligo ai suggelli dello Stato e delle pubbliche amministrazione, quindi anche ai francobolli, di riprodurre lo stemma di Casa Savoia. In questo caso la stime vanno da 5.000 euro per un esemplare nuovo e tra i 500 e i 1.500 gli esemplari passati per posta. Non manca, s’intende, neppure la più rara Trinacria, con valore da ½ tornese modificato per volere di Giuseppe Garibaldi e stampato in azzurro intenso. Stima identica, 4.000 euro, sia per l’esemplare usato che per quello conservato su una copia del giornale “L’Omnibus”.

Prezzi da tempo ridimensionati per il famoso Gronchi Rosa: una coppia partirà da 600 euro, mentre in blocco di quattro la paletta, a seconda dei lotti presenti, potrà alzarsi da 1.000 o da 1.200 euro.

Profittando del collegamento navale che quindicinalmente collegava Ancona ad Alessandria d’Egitto, in quest’ultima città l’1 marzo 1863 aprì i battenti il primo ufficio postale italiano all’estero, che cessò di funzionare il 31 gennaio 1884. Alcuni reperti postali riconducibili a questa iniziativa dapprincipio affidata a dirigenti italiani della “Posta Europea”, ideata dal livornese Pietro Michele Meratti che in seguito la cedette al governo egiziano, sono proposti da David Feldam nell’incanto del 28 ottobre dedicata alla storia postale d’Egitto.

Una lettera affrancata con due esemplari da 10c ed un 40c, presentata all’Ufficio postale di Alessandria, diretta a Firenze è trasportata con piroscafi italiani, è stimata 6/7.000 euro, mentre un plico raccomandato, impostato nel 1870, diretto in questo caso a Livorno e reso franca con due esemplari da 40 centesimi di Vittorio Emanuele II, è offerta a 2/3.000 euro.

Nella stessa giornata la casa d’aste elvetica disperderà la seconda parte di una collezione specializzata della paradisiaca isola di Mauritius. Lotti più appetibili, s’intende, l’1 penny “Post paid” del 1848 nuovo, proposto a 30/40.000 sterline e lo stesso usato, per il quale la stima è stata fissata in 3/5.000 sterline e il 2 pence, nel caso specifico proposto su lettere dirette a Marsiglia con la quale l’isola aveva rapporti commerciali.

Il numero uno stimato 30/40.000 sterline.
Mauritius, busta con otto buste dell’1 penny del 1859, proposta da Feldman a 90/120 sterline.

L’esemplare normale è offerto a 20/30.000 sterline, quello con varietà “penoe”, in luogo di pence, è valutato 40/50.000 sterline. Ad un’altra lettera, diretta a Parigi, e affrancata con otto esemplari dell’1 penny del 1859, è stata assegnata la stima di 90/120.000 sterline.

www.astebolaffi.it

www.davidfeldman.com

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