Il fatto è accaduto il 3 ottobre scorso, quando il sospettato, uno chef vegano vicino agli ambienti dell’estrema destra, si è recato nei più importanti musei della capitale tedesca e ha versato una sostanza oleosa, macchiando indelebilmente almeno settanta opere.
Attila Hildmann, il principale sospettato, chef vegano noto anche per il suo feroce antisemitismo e per le teorie complottiste, nel giugno di quest’anno si era già reso protagonista di un atto particolarmente imparentato con la follia tenendo discorsi deliranti sulle scalinate dell’Altes Museum che in tutta risposta lo aveva cacciato, bandito dalle sue scalinate e affisso uno striscione contro razzismo, nazionalismo e antisemismo. Ma secondo quanto riportato da Reppublica: “[Hildmann] per tutta l’estate aveva aizzato i suoi sostenitori su Telegram – dove lo seguono oltre 100mila persone – contro l’oasi dei musei, sostenendo che l’altare di Baal custodito nel Pergamon sarebbe in realtà “il trono di Satana”. E che i musei sarebbero il “centro dei satanisti globali e dei criminali del coronavirus”. Di notte attirerebbero gli adepti del diavolo che celebrerebbero riti atroci, abusando di bambini e sacrificando esseri umani. Follie non inusuali negli ambienti esoterici, rilanciate con rabbia dallo chef al grido di “satanisti schifosi””.
I danni alle opere al momento sembrano irreparabili, la sostanza è stata spruzzata su su decine di capolavori tra cui sculture, dipinti e anche sarcofaghi egizi custoditi nel Pergamon, nel Neues Museum e nella Alte Nationalgalerie. Con questo attacco folle, gli adepti del cospirazionismo dell’area di estrema destra sembrano aver raggiunto un ulteriore livello di delirio che a questo punto, con la pandemia in corso che alimenta ancora di più i loro ragionamenti senza senso, sembra essere totalmente fuori controllo. La speranza, vana, è che rimanga un caso isolato e che le splendore delle opere possa, in un modo o nell’altro, essere recuperato.