Palazzo Strozzi di Firenze riparte da Marinella Senatore. La sua installazione, ispirata alle luminarie tipiche dell’Italia meridionale, è un invito a conservare e stimolare il nostro senso comunitario. L’opera è visibile nel cortile del museo dal 3 dicembre 2020 al 7 febbraio 2021.
Dietro un porta si cela sempre un’altra porta. Il proverbio è inesistente, ma ben racconta quello che dal 3 dicembre 2020 si trovano di fronte i visitatori che si accingono a varcare le soglie di Palazzo Strozzi, Firenze. Come ogni altra istituzione museale, anche il polo d’arte contemporanea è stato momentaneamente costretto a serrare le sue sale. Al contempo non vuole però cedere alle estreme restrizioni a cui il momento storico ci costringe e prova a tenere vivo il lume della vicinanza, della relazione, della condivisione. Lo fa con il linguaggio che più gli è proprio, ovvero quello dell’arte.
Così non è necessario andare oltre il cortile per ammirare We Rise by Lifting Others (Ci eleviamo sollevando gli altri), la grande installazione ideata da Marinella Senatore. Ispirata alle luminarie della tradizione popolare dell’Italia meridionale, l’opera è visibile fino al 7 febbraio 2021. L’esposizione, curata da Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, si configura quindi come una riflessione sul concetto di comunità, minacciato in questi tempi di distanziamento sociale.
L’installazione stessa ricorda nella conformazione un portone, un varco, una soglia mistica. Un passaggio da affrontare per ritrovare gli altri, per ritrovare noi stessi. La trama barocca e il fulcro luminoso al centro seducono l’occhio e la mente dell’osservatore, coinvolto in un circo di sensi che vuole stimolare oltre che stupire. Per questa ragione il progetto si completa con un programma di workshop partecipativi, incentrati sull’idea di attivazione sociale e di costruzione di comunità attraverso la pratica performativa.
Idealmente, potremmo intendere l’operazione come un preludio, il principio del menu espositivo che Palazzo Strozzi è pronto a esibire. Dopo il rinvio di anno dettato dall’emergenza sanitaria, le due grandi mostre American Art 1961-2001 (6 marzo – 25 luglio 2021) e Jeff Koons. Shine (23 settembre 2021 – 23 gennaio 2022) sono state riprogrammate e fremono in attesa di raggiungere Firenze.
In tale contesto internazionale Marinella Senatore funge da ideale quinta al programma del museo. Una porta, una soglia, come detto. In un modo che, se vogliamo, ricorda le istallazioni che l’artista ha realizzato a Lecce in occasione della sfilata di Dior del luglio 2020. Un ulteriore vanto nel curriculum di Senatore, che ha esposto nei più importanti musei del mondo, dal Centre Pompidou di Parigi e il museo MAXXI di Roma.
Da sempre la sua ricerca incrocia discipline diverse, arti visive, danza e teatro nell’ottica di un’arte partecipata e relazionale. Marinella Senatore, nel corso della sua carriera, ha realizzato performance, dipinti, collage, installazioni, video e fotografie, coinvolgendo intere comunità intorno a tematiche sociali e questioni urbane, quali l’emancipazione e l’uguaglianza, i sistemi di aggregazione e le condizioni dei lavoratori.