Gli anni ’70 italiani: metti a confronto uno dei protagonisti e ancora oggi punto di riferimento dell’esplosione creativa di quel periodo, uno studioso e osservatore dei suoi snodi culturali fondamentali, uno scrittore che non li ha vissuti, ma ne ha proposto una delle più riuscite ricostruzioni narrative. Il risultato è una nuova occasione in cui provare a rispondere a una serie di domande ancora aperte: quale trasformazione è avvenuta, al di là delle schematizzazioni retoriche e delle semplificazioni mediatiche? Quale è il contesto sociale, culturale e politico in cui si sviluppa quella grande ‘mutazione’ preannunciata da Pier Paolo Pasolini (la prima di una lunga serie)?
Si conclude così, con Nanni Balestrini, Marco Belpoliti, Giorgio Vasta, moderati da Christian Caliandro, il 12 settembre, alle 18.30, alla Galleria Bianconi a Milano (Via Lecco, 20), il ciclo di incontri “Storia come Natura: gli anni 70 e Carlo Zauli”, promosso insieme al Museo Carlo Zauli di Faenza e curato da Christian Caliandro.
In un momento in cui il dibattito è più che mai acceso, il progetto “Storia come Natura” ci consente di non ascoltare la “solita storia” sugli anni ‘70 perché il suo punto di partenza è inedito e particolare: riaprire l’analisi sull’opera di un artista, Carlo Zauli, che ha deciso di “guardare in faccia” quegli anni, scolpendone il senso e le questioni aperte. Nei suoi “Vasi Sconvolti”, infatti, la forma originaria e carica di senso del vaso viene sottoposta ad una brusca torsione, ad un sommovimento che esprime tutta la potenza della trasformazione (culturale, sociale, antropologica) in corso. Come poche altre opere e produzioni culturali di quel periodo, ne catturano appieno lo spirito: Zauli riesce a cogliere – e a trasmettere allo spettatore contemporaneo – l’essenza di un intero contesto, anche grazie a uno stretto confronto con gli intellettuali del suo tempo, come testimoniano anche i suoi scritti autografi, di recente pubblicati a cura di Flaminio Gualdoni. Non a caso, nei suoi “Sconvolti” si ritrova il medesimo significato di ‘fine’ – fine del mondo come fine di un mondo – che si rintraccia, per esempio, in alcune opere coeve di Giuseppe Spagnulo, di Emilio Tadini, di Mimmo Rotella; in romanzi come Azzurro tenebra (1977) e Il fratello italiano (1980) di Giovanni Arpino, o L’odore del sangue (1979) di Goffredo Parise; nella pattuglia di film della commedia italiana “terminale”, come Anima persa (1977), Primo amore (1978) e Caro papà (1979) di Dino Risi, Un borghese piccolo piccolo (1977) di Mario Monicelli.
Da qui nasce l’idea di Christian Calandro di realizzare, tramite un ciclo di incontri, un racconto collettivo che prende spunto e al tempo stesso offre nuove chiavi di interpretazione all’opera dell’artista, partendo dal suo stesso invito a cogliere la natura profonda, la complessità di questo momento storico, nel tentativo di definirne un’immagine realistica ed interessante, fondata solidamente sulla storia culturale e sociale del Paese.
La conclusione di questo percorso, che si è sviluppato tra storia, letteratura, musica, arte, cinema, avviene con tre grandi protagonisti, che si sono confrontati da punti di partenza e prospettive differenti con gli anni ’70 italiani: il poeta, narratore e artista Nanni Balestrini (Vogliamo tutto, Feltrinelli 1971; La violenza illustrata, Einaudi 1976; Gli invisibili, Bompiani 1987; L’editore, Bompiani 1989; L’orda d’oro, con Primo Moroni, Sugarco 1988, Feltrinelli 1997 e 2003); lo studioso Marco Belpoliti (Settanta, Einaudi 2001; La foto di Moro, Nottetempo 2008; Pasolini in salsa piccante, Guanda 2010); lo scrittore Giorgio Vasta (Il tempo materiale, minimum fax 2008).
Con questa iniziativa la Galleria Bianconi è oggi a fianco del Museo Carlo Zauli nel proseguire un’indagine che ha contribuito ai crescenti riconoscimenti che ha ottenuto Carlo Zauli negli ultimi anni, come una delle più importanti figure della scultura italiana del Novecento.
Lo stesso Zauli sarà protagonista, insieme all’artista statunitense, classe 1980, Cheryl Pope, della prima mostra del progetto espositivo “Mind the gap?!”, dedicato al confronto generazionale. Curata da Elena Forin, la mostra, che inaugurerà l’11 ottobre alla Galleria Bianconi, presenterà alcune delle delle opere e delle tipologie – vasi e sensualità sconvolte, zolle, geometrici – che hanno impegnato l’artista nella propria carriera, per far emerge tutta l’intensità di uno sguardo che ha saputo dar voce alle tensioni della società tramite le problematiche della forma. Per questo confronto, per la prima volta in Italia, Pope presenterà il video “Stacks” e i “Tops”, una produzione di sculture ad esso correlate.
STORIA COME NATURA: gli anni ’70 e Carlo Zauli.
un ciclo di incontri a cura di Christian Caliandro
Società. La grande trasformazione: Nanni Balestrini, Marco Belpoliti, Giorgio Vasta.
Modera Christian Caliandro
12 settembre 2012, 6.30 pm
Galleria Bianconi, Via Lecco 20, Milano