Prosegue fino al 4 marzo l’esposizione personale di Achille Perilli in corso a Milano nelle sale di Cambi Casa d’Aste
Nella produzione di Achille Perilli non esiste frattura tra un prima e un dopo,
tra una fase produttiva e l’altra, ma solo un naturale e consequenziale
svolgersi della sua ricerca artistica
In Via San Marco 22, nel cuore del capoluogo lombardo, è in corso una mostra organizzata da Cambi per celebrare il novantaquattresimo compleanno -festeggiato qualche giorno fa, il 28 gennaio- di uno dei più grandi rappresentanti dell’Astrattismo italiano e internazionale, Achille Perilli.
In esposizione opere storiche della serie Fumetti, i suoi dipinti geometrici più recenti con le loro geometrie asimmetriche e, per la prima volta a Milano, alcune sculture della serie denominata Alberi.
Susanna Rinaldi collaboratrice Cambi per il settore dell’arte moderna contemporanea ha realizzato un reportage del suo incontro con Perilli che è riportato nel catalogo della mostra. Ecco qualche passo particolarmente interessante:
Approfondendo le mie conoscenze sulle opere di Perilli, mesi fa, ho appreso che da anni si era trasferito da Roma a Orvieto. Circostanza questa che mi ha piacevolmente sorpreso in quanto io vivo in Toscana, al confine con l’Umbria, a soli 30 km da Orvieto, città che conosco molto bene e dove ho molti amici. Per cui ho subito pensato che sarebbe stato facile per me individuare la sua residenza e contattarlo. Non mi potevo sbagliare di più!
Tutti in città sanno che un grande artista di nome Perilli vive nella campagna orvietana, ma nessuno e dico nessuno, è a conoscenza di dove si trovi la casa. Solo dopo numerose ricerche ho scoperto che Perilli vive in effetti in una sorta di eremitaggio in quello che definirei un eremo incastonato nelle dolci colline che si trovano tra Umbria e Toscana. Un luogo incantevole dove l’artista vive circondato dalla bellezza di una natura incontaminata e da quella altrettanto incantevole delle sue opere: i quadri nella sua casa e nel suo atelier, le sculture i suoi “Alberi” magici e fiabeschi in giardino”.
Achille Perilli
Il giovane Achille inizia a disegnare e dipingere frequentando lo studio del pittore Aldo Bandinelli insieme all’amico Piero Dorazio. Frequenta il liceo classico, visita i musei, scopre l’arte del ‘900 attraverso gli scritti di Margherita Sarfatti. Con i compagni di scuola, Dorazio e Guerrini, organizza la prima mostra di studenti-pittori romani che si tiene al liceo Giulio Cesare. Si iscrive alla Facoltà di Lettere; negli anni seguenti sarà allievo di Lionello Venturi, con il quale prepara la tesi di laurea sulla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. Frequenta anche le lezioni di letteratura contemporanea di Giuseppe Ungaretti.
Con Dorazio, Guerrini, Vespignani, Buratti, Muccini, Maffioletti, fonda il Gruppo Arte Sociale (GAS); collabora alla nascita e alla redazione delle riviste ” Ariele” (ottobre 1945) e “La Fabbrica”, organo del GAS (agosto 1946), delle quali esce un unico numero.
Nel 1948, presentato da Lionello Venturi, partecipa al I Congresso internazionale di critici d’arte che si tiene a Parigi (21-28 giugno), presentando assieme a Dorazio una relazione sulla situazione della pittura italiana del ‘900. A Parigi conosce Magnelli, Arp, Pevsner, Picabia, Gabrielle Buffet Picabia, Vantongerloo.
Nello stesso anno fonda, sempre con gli amici Dorazio e Guerrini, la Libreria-Galleria “Age d’Or” che si amplierà nel corso degli anni e diventerà luogo di incontro e produzione letteraria, teatrale, pittorica per i principali attori del panorama artistico italiano ed internazionale degli anni’ 50, come Gastone Novelli, Cy Twombly, Enrico Prampolini, Max Bill e Lucio Fontana. Il maestro dello Spazialismo invita l’Age d’Or a collaborare alla Triennale di Milano. Così Perilli, Dorazio e Guerrini realizzano in collaborazione due grandi pitture murali, premiate con medaglia d’argento.
Nel ’62 partecipa alla Biennale di Venezia. Ha una sala personale, nel catalogo è presentato da Umbro Apollonio. Partecipa alla mostra Donner à voir, con una sala realizzata su di un testo di J.C. Lambert: Elements pour la reconstitution d’un acte d’amour. Alla Biennale del 1968 contesta assieme a Gastone Novelli, i meccanismi espositivi della Biennale e decide di chiudere la sala. Per tutta la durata degli anni ’70 continua ad esporre instancabilmente, producendo dipinti, sculture, scenografie, spettacoli teatrali.
Dagli anni ’80 fino ai primi anni 2000 gira il mondo portando le sue personali e retrospettive in giro per i principali musei, gallerie e sale espositive del mondo.
Perilli
Cambi | Milano | Via San Marco 22
dal 4 febbraio al 4 marzo 2021