Villa Panza si apre alla video arte. La magnifica dimora settecentesca di Varese che Giuseppe Panza ha donato al Fondo Ambiente Italiano ospita, fino al 28 ottobre, una personale dedicata a Bill Viola (New York, 1951).
La voluta ambivalenza del titolo della mostra è la chiave per accostarsi alla produzione dell’artista: “Reflections”, al plurale, come riflessi e riflessioni. Termini che sono da un lato il presupposto, la condizione per accostarsi alle video installazioni, dall’altro possono essere usati per descrivere gli effetti che esse suscitano.
L’esposizione è strutturata sui due piani della villa, intersecandosi e intrecciandosi con le opere della collezione permanente del conte collezionista. Dan Flavin, James Turrell, Ettore Spalletti, solo per fare qualche nome. Gli undici lavori scelti da Kira Perov, compagna di vita di Bill Viola e curatrice della mostra, vi si inseriscono armonicamente. Non hanno bisogno di sgomitare per emergere, si imprimono nella mente dell’osservatore e si integrano nel contesto della villa, nei silenzi che essa impone. Sono molti i punti in comune con le opere nelle stanze, ma colpisce soprattutto un aspetto, ossia la comune necessità di un tempo lungo, non soltanto legato alla durata dei video che vanno dai sette ai sessanta minuti, ma che è il tempo lungo della contemplazione.
Pur salendo e scendendo le scalinate di Villa Panza, non si perde mai il filo del percorso. Si parte dall’acqua e all’acqua si ritorna, nelle scuderie, dove si fronteggiano “The Sleepers”, per la prima volta in Italia, e “The Nantes Triptych”, in cui Bill Viola accosta scene di nascita e di morte, filmando negli ultimi istanti un’anziana donna agonizzante. Sua madre. Sebbene la morte sia tema costante nella sua ricerca, l’artista non è mai violento, anche se la vita, che riprende e rappresenta, lo è. Non edulcora la realtà, ma riesce a guardarla e prova a insegnare come farlo.
La visita all’esposizione e alla villa non può dirsi compiuta senza una passeggiata nel giardino. Qui una quercia secolare è il riflesso di un’altra quercia, ripresa dal buio prima dell’alba all’imbrunire dopo il crepuscolo in “The Darker Side of Dawn”. Risuonano nella mente le parole di Giuseppe Panza, che permettono di capire perché questa mostra non potesse essere altrove. Raccontava di una visita con la moglie Giovanna allo studio di Turrell, a Santa Monica, in California – che è la terra dove Viola ha scelto di vivere – e del tempo passato seduti per terra, su alcuni cuscini, a osservare i cambiamenti della luce e di come amasse stare fermo a guardare il tramonto “fino a quando i colori spariscono e viene la notte”.
Scheda tecnica:
Bill Viola, Reflections
12 maggio – 28 ottobre 2012
Villa e collezione Panza
piazza Litta 1
21100 Varese
Tel. 0332 283960
Orari di apertura:
martedì – domenica, 10 – 18
Ingressi:
Adulti: € 11,00
Aderenti FAI € 6,00
Bambini (4-14 anni) € 6,00
Famiglia (2 adulti + 2 bambini fino ai 14 anni) € 27,00
Mostra non esaltante. Non solo perché “The Sleepers” in particolare e il Trittico di Nantes deludono per la dimensione eccessivamente “barocca” che non corrisponde a quella squisitamente estetica di Viola, ma sembrano piuttosto un gioco un poco stanco di stilemi ripetuti all’infinito, ma anche perché le opere scelte, già viste recentemente in Italia, non sono così emblematiche dell’arte di Viola, anche se la maggior parte dei suoi temi fondanti è perlopiù presente.
L’impressione (impressione…) è che sia un poco una mostra “di risulta”, una manifestazione che si è allestita con ciò che si aveva a disposizione (cosa non nuova ovunque di questi tempi, e forse necessaria), senza troppi sforzi.
Ciò non è bene per un artista che ha rivoluzionato il modo di “vedere” il “video” secondo canoni estetici e storici che cercano di approfondire e strutturare le relazioni fra generi artistici.
Molto e sempre più interessante è lo snodarsi della collezione permanente con il felicissimo “innesto” del corridoio di Flavin ora reso ancor più perfetto.