The Football Factory – (In)fedeli alla tribù è il titolo dell’opera della street artist Laika contro la formazione della Superlega Calcio. Anche ora che il progetto sembra ormai definitivamente abbandonato “solo l’idea che sia stato pensato fa paura perché tutto ciò non riguarda solo il calcio”
La Superlega calcio
Nella serata del 20 aprile, un poster è apparso in via Giulio Caccini, a Roma, proprio dietro della sede della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio). Si tratta dell’ultima opera della street artist laika dedicata alla turbolenta vicenda della nascita (e fine) della Superlega di calcio. Che di super sembra aver davvero poco, visto il tasso di gradimento che ha registrato in ogni angolo del pianeta.
Raffigura il presidente della Juventus Andrea Agnelli, uno dei fondatori della Superlega, con in mano un coltello che buca un pallone. Inutile spiegare il riferimento più che evidente a quanto è accaduto in questi ultimi due giorni: perfino chi non segue il calcio conosce perfettamente i dettagli della questione rimbalzata su tutti i media nazionali e internazionali.
Non solo calcio
Anche se il progetto sembra definitivamente naufragato, è il concetto che ne era alla base quello che ha catturato l’attenzione della street artist:
“solo l’idea che sia stato pensato fa paura perché tutto ciò non riguarda solo il calcio”.
Si tratta infatti di qualcosa che esula dal mero discorso calcistico, e perfino da quello sportivo in generale, per sconfinare in qualcosa di più grande e per certi versi, indefinibile.
Come un’opera d’arte che va amata e non capita, il calcio – e più in generale lo sport – rappresenta una sorta di metafora della vita. Anche se da molti anni l’enorme giro di denaro che orbita intorno al mondo del calcio professionistico ha creato un meccanismo che spesso ha tradito i più genuini valori dello sport, “legalizzare” tutto questo in una sorta di torneo d’élite significherebbe rubare i sogni. Che ogni tanto si avverano. E questo basta ad appassionare da sempre intere generazioni di innamorati del calcio e della competizione sportiva in generale.
Del resto, come amava ripetere Picasso, “l’arte non è verità. L’Arte è una menzogna che ci fa raggiungere la verità, perlomeno la verità che ci è dato di comprendere”. Un artificio che al di là dell’opera stessa, porta ad una verità emotiva che, proprio come la passione per lo sport, dialoga con il nostro “bambino” interiore.
La morte dei sogni
Proprio questo ha voluto sottolineare Laika con il poster raffigurante Andrea Agnelli, rappresentato con il volto dall‘espressione indecifrabile, del tutto priva di emozioni.
Il tentativo di creare una competizione a invito riservata ai club più ricchi è la morte dei sogni dei tifosi di tutto il mondo. È la morte del calcio stesso. Lo sport dovrebbe insegnare che con la fantasia, il talento e l’allenamento tutti possono provare a vincere. La Superlega, in nome di un business sempre più monopolizzato, sconfessa definitivamente questo sogno”, ha dichiarato l’artista.
Gli ultimi lavori di Laika
Non è la prima volta che l’artista si occupa di temi calcistici, come nel caso del poster affisso sempre a Roma – precisamente a Corso Vittorio Emanuele – raffigurante l’ex Capitano della A.s. Roma Daniele De Rossi, rappresentato come un gladiatore che combatte il Covid nel giorno delle dimissioni dall’Ospedale Spallanzani.
A febbraio invece la street artist romana – di cui nessuno conosce il vero nome e le sembianze del volto nascosto da una maschera – si era recata in Bosnia dove aveva affisso una serie di poster in alcuni luoghi simbolici che rappresentano la vita dei migranti per denunciare l’emergenza umanitaria in corso alle porte dell’Europa.