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Tapiro per Striscia la Notizia! Jimmi Ghione sbaglia tutto al sito archeologico di Veio

screen del video di striscia la notizia Fermo immagine del servizio di Striscia la Notizia

screen del video di striscia la notizia

Fermo immagine del servizio di Striscia la Notizia

Questa volta a ricevere il tapiro potrebbe essere Striscia la Notizia. O meglio, lo storico inviato Jimmi Ghione che, durante un servizio sullo stato di conservazione dell’antica Veio, ha rimosso una parte dello strato di terra lasciato di proposito dagli archeologi a protezione di un mosaico (pensando si trattasse di incuria). A consegnare il “Tapiro di Bucchero”, il Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, principale scrigno dei reperti dell’antica Veio

Il servizio di Striscia la Notizia

Il tg satirico di Antonio Ricci può piacere o meno ma non si può negare che tra una velina e un tapiro,  spesso ha portato  alla ribalta fatti di degrado o denunce ignorate dai media nazionali. E di portarli nelle case del grande pubblico che segue fedelmente il programma da moltissimi anni. Proprio per questo motivo, un errore – che può capitare e capita a chi si occupa di informazione con i tempi sempre più rapidi dettati dai social – rischia di avere conseguenze enormi se non prontamente rettificato.

L’errore in questione – a dir la verità più di un errore – riguarda il servizio andato in onda martedì 20 aprile. L’inviato Jimmi Ghione, sotto le vesti di “Indiana Ghiones alla ricerca della via Francigena” ha denunciato lo stato di abbandono dell’antica città etrusca  di Veio.

Il tema della conservazione dei Parchi Archeologici

Il tema della manutenzione dei numerosi e immensi parchi archeologici del nostro paese esiste ed è bene che venga affrontato. Lo ha anche sottolineato la  Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale che, all’indomani del servizio, lo ha sottolineato all’inizio di un lungo comunicato stampa dedicato alla questione:

“L’ attenzione portata martedì 20, in prima serata su Striscia la notizia, alla questione della valorizzazione dell’antica Veio è stata quanto mai gradita e opportuna, in un momento in cui la chiusura forzata dei luoghi della cultura a causa della pandemia rischia di far dimenticare o passare in secondo piano alcune delle bellezze del nostro territorio”.

Tuttavia, sarebbe stato opportuno avvertire la Sovrintendenza stessa che lo sottolinea  nel comunicato, indicando la prima falla del servizio andato in onda su canale 5:

“Ciò nonostante, va sottolineato che penetrare nelle aree archeologiche chiuse e recintate senza autorizzazione della Soprintendenza e manomettere i beni archeologici (sia pure con buone intenzioni) è UN REATO e mette a rischio proprio quelle testimonianze di arte e di cultura che si intendono apprezzare e proteggere”.

Il comunicato prosegue indicando poi un altro errore del servizio. Scambiando uno strato di terriccio sopra un mosaico come una conseguenza dell’incuria dello stato di manutenzione del sito archeologico, Jimmi Ghione (o Indiana Ghiones fate voi) ne ha rimosso una parte con le mani .

Peccato si trattasse di una protezione posta appositamente dagli archeologi a salvaguardia del mosaico stesso, una pratica assolutamente normale  e conosciuta da tutti gli addetti ai lavori, data la difficoltà – per non dire l’impossibilità – di proteggere in altro modo aree archeologiche vastissime come quella in questione.

 

tapiro di bucchero striscia la notizia

Il tapiro di bucchero per Ghione

Per questo motivo, il Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (che riaprirà i battenti il 27 aprile), Valentino Nizzo, ha deciso di rispondere con ironia al servizio di Striscia la Notizia, proponendo un “tapiro di bucchero” da consegnare all’inviato Jimmi Ghione. Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia infatti è lo scrigno principale dei principali  tesori ritrovati nell’area. Fin dall’Ottocento, contenitore di tutti i materiali degli scavi provenienti da Veio, non essendoci sul territorio altri musei che la rappresentassero. Inoltre, proprio il più grande museo dedicato alla civiltà etrusca, è uno dei protagonisti di un importante programma di valorizzazione del Parco di Veio di cui parleremo più avanti. Per il momento, il Direttore cerca di sfruttare la sua visibilità per fare in modo che una rettifica di Striscia la Notizia arrivi al più presto. Quello che può far sorridere infatti, può avere conseguenze gravi. Raggiunto da ArtsLife Valentino Nizzo ci ha spiegato che

” si è cercato di fare una risposta conciliante, nella speranza che ci possa essere una rettifica da parte di Striscia la Notizia piuttosto che procedere in sedi più ufficiali che però non risolvono il danno fatto all’immagine e alla tutela. Ci auguriamo che, come hanno fatto in altri casi, vogliano dare l’opportunità a chi ne ha la responsabilità di fare precisazioni e di dare un messaggio corretto al pubblico altrimenti tutti adesso pensano di  poter andare a togliere la terra che copre un mosaico o altro. E’ davvero grave quello che si vede nel servizio”

Nel suo comunicato, la Sovrintendenza non ha nascosto le difficoltà del Parco archeologico:

“Il pianoro urbano della città di Veio è un sito archeologico e naturalistico di grande estensione, compreso nel Parco di Veio e incuneato nel XV Municipio di Roma Capitale, che spesso viene trascurato e dimenticato dai normali percorsi turistici. Ma il territorio riserva ancora scorci meravigliosi e paesaggi sorprendenti per i visitatori che vi si avventurano, magari come pellegrini lungo la Via Francigena. Il rapporto difficile che ancora oggi caratterizza Roma e Veio continua quello che già nell’antichità ha contrapposto le città rivali sui due lati del Tevere e ha fatto della metropoli etrusca la prima grande avversaria a cadere sotto i colpi dell’espansione romana”.

Striscia la notizia
Apollo, statua acroteriale, terracotta policroma plasmata a mano, 510-500 a.C. Roma, Veio, santuario loc. Portonaccio, sala 40 Museo ETRU. Cortesy Museo Nazionale Villa Giulia

Il progetto Veio: lost city

Proprio in tal senso, la Soprintendenza e il Museo Nazionale di Villa Giulia hanno annunciato un progetto molto importante per l’intera area chiamato Veio, Lost city:

“Oggi un recupero di tale rapporto è finalmente possibile e deve essere perseguito con tutte le risorse disponibili.
Per questo motivo, già da alcuni mesi il Ministero della Cultura ha condiviso un progetto di ricerca, tutela e valorizzazione con la Sapienza Università di Roma e l’Ente Regionale Parco di Veio, che da molti anni spende impegno ed energie per la promozione del territorio (www.parcodiveio.it).
Il titolo del progetto, “Veio: Lost City”, richiama l’aura leggendaria di una città scomparsa, da riscoprire e valorizzare e non da esplorare e saccheggiare alla maniera dei ‘cercatori di tesori’.
La collaborazione dei dipartimenti della Sapienza di Architettura e Progetto e di Scienze dell’Antichità fornisce le competenze necessarie a programmare un piano strategico di riqualificazione dell’area archeologica e naturale, alla quale prendono parte attiva la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, competente per territorio; la Direzione dei Musei Statali della Città di Roma, titolare del santuario di Portonaccio; e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, dove le maggiori testimonianze archeologiche di Veio sono esposte”.
Gli interventi di progetto coniugano gli obiettivi di riqualificazione e valorizzazione con le esigenze di messa in sicurezza e accessibilità delle aree archeologiche attualmente chiuse al pubblico. A tempo debito saranno coinvolti nella progettazione, anche gli enti locali interessati al territorio di Veio, che si estende su diversi comuni e arrivava nell’antichità fino alla riva destra del Tevere.
Un primo risultato è stato già ottenuto dal Parco di Veio, che in accordo con la Soprintendenza ha portato a termine la nuova edizione della “Guida Archeologica del Parco di Veio”, che a breve verrà presentata nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, inaugurando così la nuova stagione di valorizzazione della “città scomparsa” etrusca e romana.

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