Print Friendly and PDF

Le immagini della Criminalità a Bologna: una mostra racconta la storia da ricordare e da non ripetere

Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna
Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna
Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna

Un ottimo modo per celebrare la tanto attesa riapertura dei musei, è ritagliarsi un’ora di tempo per visitare Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna. La mostra, prorogata fino al 27 giugno 2021, nel comitato scientifico annovera nomi del calibro di Carlo Lucarelli, Susi Pelotti e Luigi Stortoni. Nelle sale del suggestivo Oratorio di Santa Maria della Vita, 100 fotografie, selezionate e restaurate nell’archivio fotografico di Genus Bononiae, rigorosamente in bianco e nero, narrano più di mezzo secolo di cronaca nera bolognese, e non solo.

Non sono raccontati solo crimini avvenuti nella città emiliana, ma anche delitti consumati in altre regioni e successivamente approdati a Bologna per Cassazione. Gli scatti in mostra appartengono ai due noti fotoreporter Walter Breveglieri e Paolo Ferrari, trovatisi ad essere i testimoni visivi di alcune delle vicende più tristemente famose della cronaca nera italiana. Il percorso espositivo inizia con le fotografie di Breveglieri che riportano, con il piglio freddo e distaccato del giornalista professionista, i fatti della Banda Casaroli, l’organizzazione criminale che nell’autunno del 1950 semina paura e morte. Le fotografie narrano anche le vicende di omicidi compiuti per un movente passionale; come quella di Ettore Grande, accusato in primo grado a Torino e successivamente assolto a Bologna, dell’omicidio della moglie Vincenzina, avvenuto nel 1938. Attraverso le fotografie scattate durante il processo, Breveglieri narra puntualmente la vicenda di Rina Fort, la donna che, sui giornali dell’epoca, viene definita la “Belva di San Gregorio”, rea di aver ucciso a sangue freddo, nel 1946, la moglie e i tre figli del suo amante storico, Giuseppe Ricciardi.

Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna
Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna

Infine, gli scatti di Breveglieri documentano la storia di Carlo Nigrisoli, condannato per l’omicidio della moglie Ombretta Galeffi, avvenuto per avvelenamento. In quest’ultima serie di fotografie, scattate durante il processo di primo grado a carico di Nigrisoli, Breveglieri mostra la sua sempre più raffinata capacità di introspezione e la sua  notevole bravura nel narrare una storia attraverso dei fermo immagine. Gli scatti del fotografo, pur raccontando fatti di cronaca nera, non risultano mai fuori luogo né eccessivamente morbosi: Breveglieri è un inviato sul campo e il suo intento non è quello di scattare fotografie cruente che destino scalpore, ma quello di documentare fatti per la storia.

L’intero corpus dei lavori del fotografo copre il periodo che va dal 1945 ai primi anni Settanta e conta oltre 250.000 negativi, lastre e immagini stampate. Dopo la sua scomparsa, nel 2000, la moglie decide di lasciare l’intero archivio alla casa editrice Minerva di Bologna. La visita prosegue con la selezione di scatti di Paolo Ferrari, che coprono un arco temporale di circa trent’anni, dal 1972 al 2000. Classe 1934, Ferrari è un decano dei fotografi reportagisti bolognesi e vanta una carriera di oltre tre decenni alle spalle. Con estrema professionalità e devozione, Ferrari documenta i vari aspetti della vita quotidiana di Bologna, dagli anni Settanta ad oggi.

Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna
Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna

I suoi scatti, realizzati sempre con grande rigore tecnico e stilistico, narrano diversi fatti storici, in un arco cronologico molto ampio: dagli omicidi noti, anche in maniera forse fin troppo sbrigativa, sotto l’etichetta “delitti del D.A.M.S” degli anni Ottanta, all’assassinio di Marco Biagi, avvenuto nel 2002. La documentazione fotografica di Ferrari colpisce per le drammatiche immagini delle due  stragi che hanno visto coinvolti l’Italicus nel 1974 e il Rapido 204 dieci anni dopo, oltre che per quelle del disastro di Ustica, avvenuto il 27 giugno 1980. Di lì a poco, Ferrari e il suo fedele obbiettivo saranno testimoni della più feroce carneficina del Dopoguerra: la strage del 2 agosto 1980, avvenuta alla stazione di Bologna. Queste immagini così apparentemente statiche e silenziose, narrano, più di ogni parola, l’orrore vissuto in quella torrida mattina d’estate.

E poi ancora: la Banda dell’Uno Bianca, il gruppo di criminali che per quasi dieci anni, dal 1987 e il 1994, terrorizza Bologna; le fotografie di alcuni personaggi coinvolti nei sequestri di persona e dei luoghi teatro delle ricerche per il loro ritrovamento. La presenza di Ferrari sul luogo del crimine o il fatto in questione, è da sempre una costante nel suo lavoro: come fotoreporter, è sempre pronto ad entrare in azione a qualunque ora del giorno e della notte (molte delle sue fotografie, infatti, sono scattate con la fotocamera in modalità notturna) e con qualunque stagione. L’ingente corpus dei suoi lavori, che rappresenta un patrimonio iconografico e documentale importantissimo, è stato donato da lui stesso a Genus Bononiae nel 2015.

Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna
Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna

Alla documentazione dei due fotografi si aggiungono, nel percorso espositivo, le immagini dei sopralluoghi della Scientifica sui luoghi del crimine (ad esempio, le fotografie scattate nell’appartamento di Via del Riccio, dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di Francesca Alinovi) e vari oggetti d’epoca, tra cui macchine fotografiche e divise storiche delle forze dell’ordine. Dislocata dalla sede principale, la mostra prosegue nel cortile di Palazzo Pepoli, dove sono esposte diverse moto e auto storiche appartenute alla Polizia e all’Arma dei Carabinieri. Inoltre, durante il periodo della mostra, la Cineteca di Bologna contribuisce con una rassegna di film a tema. Criminis Imago non è una mostra sensazionalistica; non ha pretese di scioccare con immagini troppo cruente e sanguinose. La sua volontà è quella di mettere a nudo un pezzo di storia, fissando gli eventi nella mente, con l’auspicio che questo possa aiutare ad imparare dagli errori e non ripeterli.

Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna
Criminis Imago. Le immagini della Criminalità a Bologna

Commenta con Facebook

Altri articoli