Zoo, Hat, Bridge, Tree: Architectural Propositions of Onomatopoeia, ossia la prima personale a Milano di Charles Avery. Alla galleria Vistamare (8 giugno – 30 luglio 2021), Avery presenta una serie di disegni, realizzati negli ultimi cinque anni, raffiguranti importanti costruzioni della città di Onomatopoeia, capitale dell’isola immaginaria di cui l’artista continua a tracciare nuove narrazioni e idee che toccano la matematica, l’architettura, la letteratura e la filosofia matematica.
Al centro della mostra, Untitled (Inner Circle, Onomatopoeia Zoo), 2016 un grande disegno su larga scala, che mostra la panoramica di uno zoo brulicante di vita sia umana che non. Da un attento esame dell’immagine, emerge il desiderio dell’artista di descrivere più le persone e le architetture che lo abitano che non la sua mera zoologia. In mostra anche diversi disegni di studi architettonici, finemente decorati, che raccontano la genesi dell’immaginario di Avery, dall’idea al concepimento. “Disegnare un edificio convincente è come disegnare una persona. Devi capire la sua funzione, dove sono le scale, i tubi, prima di indossare la sua pelle”. Completano la mostra due sculture: Untitled (Tree No.1 for Jadindagadendar) e Untitled (Boogie-Woogie), entrambe esempi della poetica filosofica e immaginaria dell’artista.
Utilizzando il disegno come mezzo principale, Avery stesso diventa uno dei protagonisti della sua finzione. L’isola esiste come luogo per nuovi inizi e opportunità, dove vengono costruiti ponti ed edifici; aprono bar e hotels per turisti avidi di un’altra cultura, che vengono accolti mentre affluiscono dalle barche del porto. Come Platone individuò due piani diversi della realtà, il mondo sensibile e il mondo intellegibile, così Avery, al limite tra reale e ideale, invita lo spettatore a giocare un ruolo attivo tra soggettività e immaginazione, alla ricerca della sua Atlantide.