Nizza, la Ville de la villégiature d’hiver de la Riviera, è stata riconosciuta patrimonio universale dell’Unesco.
Il perimetro interessato, un’area di circa 500 ettari, comprende la Promenade des Anglais, Quai des Etats-Unis, le terrazze delle Ponchettes, la zona di Rauba-Capeu, la Colline du Château, il Porto, si estende fino al Mont Boron, alle colline di Cimiez e delle Baumettes che costituiscono l’anfiteatro rivolto verso il mare, tipico delle città della Riviera. Un grande risultato per la capitale della Costa Azzurra che diviene, a 10 anni dalla sua candidatura, patrimonio mondiale dell’Umanità. Città di musei, di cinema, teatri, opéra, città del jazz, (si tiene il più antico festival jazz di Francia), città di caffè e di ristoranti di ogni tipo: qui tra l‘800 e il ‘900 è nato il mito della Costa Azzurra, in un paesaggio assolato spalmato tra il verde dei pini marittimi e l’azzurro del Mediterraneo.
Quando il poeta Stéphen Liegeard intitolò Costa Azzurra una delle sue opere, mai avrebbe potuto immaginare di fornire un eccezionale nome di battesimo a quella parte del Mediterraneo che Leopoldo II re dei Belgi ebbe a definire “sezione terrestre del Paradiso…” E a Maurice Maeterlinck, celebrato poeta simbolista, la Costa appariva come uno dei luoghi più magici del nostro pianeta. Perché alla costruzione del mito della Costa Azzurra molto hanno contribuito gli artisti, gli scrittori, i poeti, i musicisti. Centro di soggiorno e creazione per pittori come Picasso, Léger, Matisse, Dufy, Renoir, Chagall, Bonnard, la città e i suoi dintorni hanno esercitato per clima, luce, colori, grande fascino sulle avanguardie artistiche del ‘900.
Le opere di chi simbolicamente ha ereditato tale patrimonio ideale, disperse o rivitalizzate nei rivoli della Figuration libre, Fluxux, Nouveau Realisme, si trovano oggi nei Musei d’Europa e d’America, salutati da un successo mai smentito di pubblico e di critica. L’Ecole de Nice, a partire dalla figura di Yves Klein, che al cielo e al mare della sua città rubò i segreti del suo inimitabile blu, assieme ad Arman, Cesar, Raysse, Gilli, Tobiasse, Spoerri, è conosciuta e ovunque ri-conosciuta.
Città di grandi scrittori – da Cechov a Chatwin – che hanno creato i loro capolavori, qui venivano a passare l’inverno aristocratici ricchi e annoiati malati di tisi e di malinconia, che chiedevano al clima, alle palme e alle mimose un lenimento e la dolcezza del vivere. Oggi di quel luogo dove vennero i principi russi, i sovrani e i potenti, scrittori e poeti, rimane, oltre all’incontestabile bellezza, il nome della celebre Promenade des Anglais, gli hotel in stile liberty, i grandi saloni rococò luccicanti di specchi. Negli ultimi anni la città si è inventata una Promenade des Arts e la provocazione di una moderna Acropoli ricoperta di marmo che include il Museo di Arte moderna e Contemporanea, il Teatro nazionale e un nuovissimo percorso ludico-culturale, la “Promenade du Paillon”, una suite di giardini che dal centro della città arrivano fino al mare.
Il vero colpo di genio dell’architetto paesaggista Michel Péna è il grande bacino d’ acqua in cui si specchiano la città antica e la nuova del 19 esimo secolo, 2800 m quadrati ricoperti da una lama d’acqua di 2 cm di profondità che in qualche minuto si trasforma in un gioco di 128 getti. Tutta la lunga passeggiata è un omaggio al fiume che le scorre sotto, la passeggiata si snoda come un grande tappeto verde, così che uno spazio di 12 ettari permette di andare di giardino in giardino dal Teatro Nazionale di Nizza passando da Piazza Massena, i Giardini Albert Ier e l’avenue Jean Jaurès, per terminare sulla Promenade des Anglais.
Città contraddittoria, audace, indolente, paradossale, aperta al mondo senza pregiudizi e nel contempo fiera della sua nissartitude, la Capitale della Costa Azzurra rivela a ogni passo, negli edifici, nelle chiese, nelle ampie piazze i suoi molteplici aspetti, conserva tracce di epoca greca e romana, ligure, piemontese, italiana dunque fino al 1860, ma molto francese nella sua essenza cosmopolita. La città, a cui tanti scrittori e artisti si sono ispirati, ci tiene ad essere riconosciuta come terra di scambi e di contatti.
Una natura rintracciabile nei suoi numerosi musei: il tradizionale Museo des Beaux Arts, la contemporanea Villa Arson, centro reputato di formazione artistica, il Museo nazionale dedicato a Chagall sulle alture di Cimiez, il quartiere residenziale lanciato dalla regina Vittoria quando nel 1897 si installò nelle infinite stanze del Regina Palace. In questa oasi collinare elegante e tranquilla c’è spazio per le Terme e il teatro romano, per il Museo di archeologia e quello dedicato a Matisse, che nella città soggiornò quasi ininterrottamente dall’età di 48 anni quando nel 1917 vi giunse per curare una brutta bronchite. Affacciato alla finestra dell’Hotel Beau Rivage venne abbagliato dai colori e dalla luce della Baia e in un garage della ville creò la celebre Danse commissionatagli dal dottor Barne, prima di trasferirsi negli appartamenti del Regina Palace. Nel Museo a lui dedicato si può seguire tutto il percorso della sua opera.
Anche la settima Arte ha grandi titoli di nobiltà in Costa Azzurra, la città ha da poco festeggiato i 100 anni degli Studios de la Victorine, che ben prima della nascita del Festival del Cinema di Cannes, furono progettati come un’Hollywood sulle sponde del Mediterraneo. Nel 1919 il lituano Serge Sandberg ed il turco nato a Smirne Louis Nalpasdecisero di dotare la città di Nizza di nuovi studios e chiesero all’architetto neo-zelandese Edouard-Jean Niermans, autore del celebre Negresco, di concepirne il progetto. A partire da quella data la Victorine farà parte della celebre Factory che vedrà il sorgere di una prodigiosa filmografia, un patrimonio preservato nel tempo attraverso la Cinemateca fondata da Henri Langlois e dall’Istituzione parigina diretta daFrederic Bonnaud. Gli Studios furono il luogo emblematico dell’industria cinematografica in Costa Azzurra: nel 1919 accolsero Marcel Carné, che qui girò Les enfants du Paradis, Roger Vadim (Et Dieu crèa la femme), François Truffaut (La nuit americane), Henri-George Clouzot (Le mistere Picasso), Jacques Demy (La baie des anges), Jean Cocteau, Alfred Hitchcock e altri ancora.