Henry e Marie Clews sono stati una coppia nell’arte e nella vita. Impossibilitati a separare le due dimensioni, i coniugi hanno reso la loro dimora, il Castello de La Napoule, un covo di creazioni bizzarre.
Sembra direttamente uscito da un racconto di Edgard Allan Poe il Castello de La Napoule adagiato, contro ogni logica, sulle rive del Mediterraneo, a soli sette Km da Cannes. Proprietà nel ‘300 dei Conti di Villeneuve, venne distrutto e più volte ricostruito. Ridotto nel tempo a una fatiscente rovina, dopo aver subito incursioni corsare e non solo, nel 1918 fu comprato da un eccentrico e ricchissimo artista americano, Henry Clews (1876-1937), che restaurò la vecchia fortificazione ed incorporò nella nuova costruzione le due torri vicine, seguendo un gusto eclettico dagli stili più diversi.
Clews aveva abbandonato una promettente carriera finanziaria per diventare artista. Dotato di ingenti mezzi, giunse a Parigi attratto dalla fama di Rodin, di cui divenne allievo. Preso dal sogno di realizzare nel semidistrutto Chateau la casa della sua vita, iniziò a realizzare una scultura dopo l’altra. Lui si raffigurò nelle sembianze del famoso cavaliere della Mancha, scarno don Chisciotte senza cavallo, che viene incontro al visitatore come un “Dieu des humours mystiques”, la grande statua in bronzo e marmo nel cortile del Castello. La scultura rappresenta la figura emaciata e grottesca di un uomo anziano poggiata su una colonna di marmo colorato attorniato da amorini. Tiene in mano una rosa e sulla testa poggia un nido d’uccello. Ispirato alla prima arte cinese, l’opera vuole essere un’amara satira della vita.
Marie, la seconda moglie, contribuì con grande entusiasmo alla strana messinscena architettonica dello scultore americano. Disegnò giardini di gusto romantico-decadente, fontane, camminamenti fra cipressi, labirinti, misteriosi monogrammi, sculture; schiere di giardinieri contribuirono alla creazione di un luogo fiorito di piante esotiche fatte venire da ogni parte del mondo. Giochi d’acqua, grate, inferriate, terrazze formano un insieme molto gotico, in netto contrasto con il blu del mare e del cielo. Durante gli anni della seconda guerra mondiale Mary rimase sul luogo e seppellì nel giardino una parte delle opere.
Dopo la guerra le sculture vennero risistemate nel Castello. Nell’atelier sono oggi in mostra le sculture di Clews; sono aperti al pubblico la sala da pranzo in stile goticheggiante, il chiostro medievale, il salone dedicato a Marie, la galleria Spencer. Di questo misconosciuto e solitario scultore si registrano due mostre a New York nel 1909 presso la galleria della Fifty Avenue di M.Knoedler e una postuma nel 1939 al Metropolitan Museum of Arts, venne poi esposto in Francia nell’ambito dell’arte americana. Pochi sono anche i riferimenti letterari e di stampa, fra questi un raro racconto di André Maurois con prefazione di Jean-Gabriel Domergue “Lo strano mondo di Henry Clews” e un ancora più introvabile libro di memorie della moglie “C’era una volta a la Napoule uno scultore misantropico solitario”.
Le Chateau de la Napoule è oggi una Fondazione nota in tutto il mondo per il sostegno alla creazione artistica, tanto che d’estate si tengono concerti e mostre d’arte. Allegria, mito e mistero è il motto scolpito sull’architrave all’interno della porta d’ingresso: se vi interessano le atmosfere romantiche, notturne, insolite, decadenti, provate a entrare nella torre dove la coppia di artisti si è fatta seppellire. Un’apertura, vi racconterà la guida, permette ai due eccentrici coniugi di uscire di notte dalle urne per involarsi e vagare liberi di fronte al mare, nei luoghi a loro così cari, salvo poi ritornare a dormire, di giorno, come ogni fantasma che si rispetti.