Concettuale e multimediale. La presentazione dello stand di Shtager Gallery al MIA, fiera di fotografia di Milano, si svolge secondo questi due cardini. L’esposizione riunisce un gruppo di artisti con background diversi che indagano sia il significato di “casa”, sia il genere della fotografia integralmente. La presentazione sfida gli spettatori a ripensare le loro idee preconcette degli stereotipi nazionali e d’identità culturale.
Avendo sviluppato uno stile distintivo basato su una tecnica fotografica unica, le lastre al bromoil di Gregori Maiofis trasmettono un senso di nostalgia e misticismo radicato nella saggezza popolare russa, che precede l’esperienza sovietica della sua gioventù. Le stampe esposte al MIA di Milano sono tratte dalla sua acclamata serie Proverbi, che posiziona animali da circo addomesticati in ambienti domestici.
Yusuke Akamatsu documenta le sue esplorazioni urbane esclusivamente con il suo smartphone. Monta le sue osservazioni in vibranti astrazioni per trasmettere un senso di disagio e disconnessione. Ha lasciato il consumismo superficiale del Giappone moderno e ha viaggiato molto in Asia prima di stabilirsi a Parigi, scelta come vera patria della fotografia, solo per poi scoprire che il futuro ha raggiunto il passato, senza lasciare spazio per vivere nel presente.
Le sculture fotografiche di Vita Buivid sono una risposta diretta alla pandemia, indagando in particolare l’effetto che l’esperienza della chiusura ha avuto sul nostro rapporto con le nostre case. Applicando la teoria critica ai riferimenti storici, l’artista combina negativi vintage in vetro e lettori digitali per evocare un senso sia di stabilità e apertura che di fragilità e ansia.
La presentazione sarà chiusa da un primo esempio di fotogiornalismo del defunto Sandro Mamasakhlisi, pioniere del genere nella sua nativa Georgia, e verrà infine completata da uno dei “vasi della memoria” di Katia Kesia, che combina simbolismi ispirati alla cultura moderna e alle antiche mitologie per indagare l’effetto che le nostre vulnerabilità interiori e il giudizio esterno hanno sul nostro senso di identità, sessualità e coscienza.
Il dialogo tra le culture rappresenta il punto focale della ricerca della Shtager Gallery. La galleria londinese è stata fondata nel 2016 con l’obiettivo di far conoscere gli artisti russi contemporanei al pubblico britannico, ma non solo. In soli cinque anni, la sua fondatrice, Marina Shtager, ha coltivato un portafoglio di artisti all’avanguardia dell’Europa orientale e internazionali.