Cy Twombly, Studio with Bacchus Painting, Gaeta
Personalmente mi sono trovato spesso spiazzato davanti ai quadri e ai disegni di Cy Twombly. Basta solo il nome, CY, così yankee e foriero di narrazione epica… gli era stato affibbiato in omaggio a Cy Young, lanciatore storico dei Chicago White Sox.
I suoi geroglifici mi han sempre ricordato alcuni graffiti fatti male che si trovano nei bagni pubblici, magari all’Autogrill. Eppure qualcosa non torna. C’è una certa coerenza formale, un tratto, che casuale proprio non è. La linea, la macchia, diventano simboli di un’estetica che ha abbandonato completamente la rappresentazione ma al contempo ha trovato una risolutezza definitiva. Sarà ben per questo che oggi è uno degli artisti più amati e collezionati al mondo. Sarà per questo che Larry Gagosian ha deciso una decina abbondante di anni fa di aprire la sua sede a Roma, proprio in suo onore (Twombly aveva moglie italiana e risiedeva a Gaeta, le sue ceneri riposano nella chiesa di Santa Maria in Valicella a Roma).
Negli anni ’40 e ’50 aveva militato nell’esercito, in Nord Africa, e si era specializzato in crittografia (termine particolarmente abusato di questi tempi). Doveva decifrare e creare codici insomma. Questo retaggio, non serve che lo spieghi, ha condizionato in maniera indissolubile la sua ricerca, dagli anni ’60 in poi.
Nel 1964 la svolta, viene invitato a esporre il suo lavoro alla Biennale di Venezia. Nel 1968, il Milwaukee Art Center allestisce la prima retrospettiva della sua arte. Nel 1987 viene onorato di retrospettive anche alla Kunsthaus Zürich, al Musée National d’Art Moderne di Parigi nel 1988, e al Museum of Modern Art di New York nel 1994, come anche a Houston, Los Angeles, e Berlino.
Il resto è storia, e mercato. Già, perché alle aste e in galleria le sue opere vanno a ruba. Un buon Twombly si vende sempre, il problema semmai è trovarlo. Sono molti i romani che negli anni l’hanno inserito nelle loro collezioni. Il suo record è un Untitled del 1968 venduto da Sotheby’s a New York nel 2015 per ben 65.733.960 € (70.530.000 $).
Cy Twombly, Fulton St. Studio. NYC
Quella che segnaliamo oggi è una bella mostra da Gagosian a Roma per l’appunto, che ancora una volta approfondisce il lavoro di Twombly. In particolare lo fa attraverso la fotografia, e lo mette in relazione con quello di una sua collega, Tacita Dean, esposta nelle stanze della Fondazione Nicola Del Roscio che con la galleria Gagosian confina.
La mostra si intitola Souvenirs of the Time, e riunisce gli scatti che Twombly fece degli interni dei suoi atelier dagli anni ’50 fino agli anni 2000: dal suo studio a Fulton Street a New York nel 1950 ai suoi spazi italiani a Roma, a Bassano in Teverina e a Gaeta, infine a Lexington, in Virginia. Queste immagini mostrano i suoi dipinti e le sue sculture in situ e in vari stadi di compimento, offrendo una visione approfondita del suo processo di creazione. Altre fotografie ritraggono interni privati e dettagli di sculture classiche, mostrando vedute degli spazi e delle forme che lo hanno ispirato.
Sigh, Sigh, Sigh, la mostra di Tacita Dean (Canterbury, 1965), include invece una serie di sue fotografie e un filmato degli atelier di Twombly a Gaeta e Lexington, ed è allestita contemporaneamente presso la Fondazione Nicola Del Roscio, negli spazi sottostanti la galleria.
Per i collezionisti che stanno leggendo, in occasione di Paris Photo (Grand Palais Éphémère, 11–14 novembre 2021), Gagosian presenterà un gruppo di fotografie raffiguranti frutta, fiori e paesaggi di Twombly.
Cy Twombly Studio, Lexington
Souvenirs of Time
30 ottobre 2021 – 13 novembre 2021
via Francesco Crispi 16, Roma