Sarà, più di sempre, un mese di voci originali. Continuano, con una confortante risposta di pubblico, le prime visioni vo: che a ottobre ci portano soprattutto le performances di due attrici di diversa scuola come la grande Meryl Streep di Il matrimonio che vorrei, commedia coniugale con Tommy Lee Jones, e la Marion Cotillard di Un sapore di ruggine e ossa. Ma saranno questo mese soprattutto i tre festival che presentiamo, Human Rights Nights, Terra di tutti, Gender Bender, a moltiplicare le voci, a farci ascoltare le lingue e le storie d’ogni parte del mondo, a fare della programmazione una babele vitale e creativa.
Proponiamo finalmente una rassegna dedicata a Skolimowski, questo grande irregolare surrealista del cinema moderno europeo. È l’occasione giusta per verificare che non meno surreali sono i titoli che attribuì ai suoi film il mercato italiano: Le Départ diventa Il vergine, The Shout è L’australiano, Deep Endl’inverosimile La ragazza del bagno pubblico… Un fantastico film, Deep End, che porta addosso tutti i brividi e i fermenti e la musica della Londra swinging degli anni Sessanta – una mitologia mai spenta, e il cui mood circola nel nostro programma attraverso un film come Blow-up, che del fenomeno fu prima testimonianza e internazionale rilancio, e attraverso le ‘scene musicali’ aperte dai film documentari sulla epica reunion dei Led Zeppelin e sulla Manc hester del produttore-demiurgo Alan McGee.
Il confine fluido tra documentario e fiction è un altro dato cruciale del cinema oggi, e affiora spesso nei nostri programmi: questa volta per esempio nei film di Brillante Mendoza, cineasta filippino che riesce a raccontare scenari e conflitti del proprio paese con intense narrative nello spirito di un nuovo cinema-verité. Come sempre, il rilievo dell’innovazione contemporanea si associa al recupero del ‘classico’. Dunque una rassegna che presenta sei film di Valerio Zurlini, a trent’anni dalla morte di questo regista di sottilissima modernità psicologica, troppo presto dimenticato, e la seconda tranche del nostro tributo a Michelangelo Antonioni.
“Nulla sembra appartenerci in modo più intimo ed esclusivo del nostro corpo. Sede fisica dei diritti umani ed elemento fondamentale dell’identità personale, il corpo viene protetto in modo speciale dal diritto” (Stefano Canestrari). Di questo ci parla il film di Marco Bellocchio, Bella addormentata. Di diverso abuso del corpo ci parla anche il film di Daniele Ciprì, È stato il figlio. Di corpi sfruttati, sottomessi o ribelli ci parlano i film e le ‘cronache’ di Human Rights Nights. Mentre è intorno a un’idea del corpo come azione artistica complessa e potente che si costruisce Bob Wilson’s Life and Death of Marina Abramovic, scena dell’incontro tra la più acclamata art performer di oggi e Bob Wilson, leggenda del teatro d’avanguardia.
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