Linee ortogonali e colori primari si incrociano nelle tele di Mondrian, conciliando l’universale e l’individuale in un rapporto equilibrato. Con Piet Mondrian. Dalla figurazione all’astrazione, il MUDEC di Milano, in collaborazione con la più importante collezione di opere di Mondrian al mondo, il Kunstmuseum Den Haag, racconta per la prima volta un progetto espositivo interamente dedicato al grande genio olandese e all’indagine creativa graduale che lo ha guidato dalla figurazione all‘astrazione.
La mostra rappresenta un’occasione unica e rara per immergersi nello sviluppo del pensiero teorico ed estetico dell’artista, un processo evolutivo e fluido che si snoda sapientemente nelle sale del museo: dalla figurazione degli esordi legata agli anni dell’Accademia Statale di Belle Arti ad Amsterdam, passando per forme sempre più sintetiche, fino all’estrema astrazione neoplastica.
Il modo con cui Mondrian matura l’astrattismo puro è il risultato di una ricerca tesa al perseguimento dell‘assoluto, partendo dalla struttura originaria del mondo reale per astrarne l’essenziale e strapparne l’eterno, l’universale e l’immutabile. L’artista amava definirsi un realista astratto, nel 1942 dichiarava: «Per me non c’è differenza tra i primi e gli ultimi lavori: fanno tutti parte della stessa cosa. Non sento la differenza tra il vecchio e il nuovo nell’arte come tale, ma come continuità».
Concepita dal direttore del KunstmusemBenno Tempele curata dall’Head of ExhibitionsDaniel Koepe dall’Head of CollectionsDoede Hardeman, il percorso espositivo si snoda attraverso sezioni tematiche. La linea conduttrice di tutta la mostra è il paesaggio, tema posto a confronto sia tra le sue opere che tra quelle di altri pittori della Scuola dell’Aja.
Le sezioni mostrano le tele di Mondrian in diversi periodi: dallo stile naturalistico e impressionista, passando per il periodo simbolista dei primi del ‘900, fino alla fase fauve e poicubista. Quest’ultima sisviluppò nel 1911 quando, per la prima volta, vide a Parigi i lavori a “griglia” di Pablo Picasso e di George Braque, rimanendonecolpito.
La scoperta del cubismo fu un momento di vera svolta: d’un tratto scomparvero i colori accesi della fase fauve a favore di una tavolozza ridotta a sfumature di nero, grigio e marrone (Tableau n. 4 / Composizione n. VIII / Composizione 3,1913), vicina alla monocromia cubista più sterile.
PietMondrian comprese da subito quale dovesse essere la sua stradaartistica: l’astrazione era nient’altro che un profondo realismo spogliato di tutto.
Già nei primi paesaggi poteva intravedersi il gioco ritmato e ordinato di elementi enfaticamente verticali e orizzontali, tra loro ortogonali, esplorando la possibilità di ridurre il mondo reale che lo circondava alla sua essenza assoluta, nuda da ogni infrastruttura: solo ritmo di piani, colori e linee.
Ma cosa si intende per Neoplasticismo? Non è altro che una nuova estetica, immutabile, che ci permette di unificarci a tutte le cose, assumendo una posizione bilanciatatra bande verticali e orizzontali.
Il pensiero di Mondriansull’equilibrio è estremamente complesso; l’artista è convinto che arte e vita siano inscindibili, costrette ad un dialogo continuo ed è proprio da questa convinzione che esprime il suo concetto di armonia: una nuova formula che,come nell’arte e nella vita, non ricerca la simmetria ma l’unità.
Ma quindi iljazz? Mondrian apprezzava molto la vita notturna parigina e si appassionò in maniera particolare a questo genere. Notò molte analogie con i suoi quadri, trovandolo l’equivalente musicale del neoplasticismo. Il jazz era sì, ritmo organizzato, però lasciava grande spazio all’improvvisazione; l’intuizione era fondamentale, come ilritmo in libertà, senza alcuna allusione a una trama.
PietMondrian. Dalla figurazione all’astrazione non è solo tele, è anche la video installazione, a cura di Storyville, che proietta dinamicamente alcune opere dell’artista, scomposte e ricomposte a tempo di musica, amplificando nel visitatore le possibili chiavi di lettura della poetica di Mondrian, declinate anche nella dimensione musicale. La mostra conclude con l’“Effetto Mondrian”, sezione curata dalla storica del design Domitilla Dardi: dall’arredo alla grafica (esposta la poltrona di Gerrit Rietveld, Red and Blue), dall’interior all’exhibition design, fino alla moda (da ricordare la collezione di Yves Saint Laurent del 1965).
INFORMAZIONI UTILI
Il catalogo della mostra PietMondrian. Dalla figurazione all’astrazioneè edito da 24 ORE Cultura ed è in vendita presso il bookshop della mostra, in tutte le librerie e online
La mostra ha inaugurato il 24/11/2021 e chiuderà il 27/03/2022
Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 10.00 ‐ 19.30 | Gio, Sab 10.00‐22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.
Intero € 14
Ridotto € 12
tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)
mudec.it
c.museoculture@comune.milano.it