Il tema della Natività ricorre nei secoli come ispirazione degli artisti più disparati. Dal Trecento fino ai giorni nostri
Giotto, Natività di Gesù
È un affresco di 200×185 cm facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. Dipinto da Giotto fra il 1303 e il 1305, è compreso nelle Storie di Gesù del registro centrale superiore, di cui rappresenta il punto di partenza. Le figure, soprattutto quella della Madonna e quella di Giuseppe, fanno pensare a modelli scultorei di Giovanni Pisano. Esemplare è il taglio prospettico dell’architettura, fra le più notevoli innovazioni introdotte da Giotto.
Andrea Mantegna, Adorazione dei pastori
Databile al 1450-1451 circa, il piccolo dipinto a tempera su tavola trasferita su tela (40×55,6 cm) è conservato al Metropolitan Museum di New York. Si pensa sia stato commissionato da Borso d’Este in occasione del secondo soggiorno di Mantegna a Ferrara. Entrato nelle collezioni Pamphili, poi Borghese, dopo altri passaggi nel 1925 venne acquistato a New York da un privato che lo donò poi al museo. Mirabile è l’intimità del colloquio tra Vergine e Bambino, circondati dagli angioletti.
Lorenzo Lotto, L’Adorazione del Bambino
Destinata a un’abitazione privata, la piccola tavola (cm 46 x 35) fi dipinta da Lotto nel 1523, sul finire del suo soggiorno bergamasco. La scena è vista da dentro la capanna, dove Maria e Giuseppe stanno adorando il Bambino posto su un lenzuolo arrotolato in un cesto di vimini. A sinistra, in ombra, si vede un crocifisso che ricorda il tragico destino di Gesù. Conservata alla National Gallery di Washington, è firmata in basso a destra “L. Lotus / 1523”.
Caravaggio, Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi
In questo focus non potrebbe mai mancare il capolavoro caravaggesco, celebre per questioni di cronaca nera quanto per la qualità della sua fattura. Databile tra il 1600 e il 1609, il grande dipinto a olio su tela (268 cm × 197 cm) era conservato nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Da qui fu trafugato la notte tra il 17 ottobre e il 18 ottobre 1969 e non è stato più recuperato. Nei decenni si sono susseguite diverse tesi sulla sua sorte, dalla distruzione all’esportazione, sempre con la mafia coinvolta.
Pieter Paul Rubens, L’Adorazione dei pastori
Commissionato per la chiesa di San Filippo Neri di Fermo, il dipinto ad olio su tela (300 x 192 cm) fu realizzato nel 1608. A riconoscerlo agli inizi del Novecento fu il grande storico dell’arte Roberto Longhi. il L’opera appare come un omaggio del grande pittore fiammingo a Caravaggio, da lui conosciuto artisticamente a Roma nei suoi dieci anni di studio in Italia. È conservato nella Pinacoteca civica di Fermo.
Gerrit van Honthorst, L’Adorazione dei pastori
È tradizionalmente una delle immagini più diffuse nell’evocazione del Natale. Dipinta nel 1622 dal pittore olandese Gerrit van Honthorst, noto anche come Gherardo delle Notti (Utrecht, 1592 – 1656). Conservata a Firenze alla Galleria degli Uffizi, presumibilmente acquistata nel 1628 da Ferdinando II de’ Medici appena tornato da un viaggio nel Nord Europa.
Paul Gauguin, Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio)
Realizzato da Gauguin sul finire dell’ottocento, dopo il suo definitivo trasferimento a Tahiti. Le tradizioni religiose polinesiane si innestano in questa opera, conservata alla Neue Pinakothek di Monaco di Baviera, con la più classica tematica cristiana. La Madonna, con l’aspetto di una donna tahitiana, dorme distesa su di un letto in primo piano, vicina a Gesù Bambino. Sullo sfondo è raffigurata una piccola stalla con una mangiatoia e alcuni bovini.
Marc Chagall, Natività
Dipinta negli anni quaranta del ‘900, quest’opera riassume lo stile onirico e fiabesco del pittore russo. Chagall ritrae una madonna con bambino eterea, e in lontananza compare un crocifisso, anticipazione del futuro sacrificio di Gesù. Eclettica l’immagine dell’angelo che indossa la kippah ed esibisce una menorah, rimandi alla fede ebraica dell’artista.