Il 17 novembre è uscito nelle librerie italiane il secondo numero di Cose spiegate bene, la rivista de Il Post, quotidiano italiano online, edito dal 2010 e diretto da Luca Sofri, che promuove un giornalismo fatto di notizie verificate, limpido e onesto nel linguaggio e rispettoso nei confronti di lettrici e lettori.
Mentre il primo numero, che ha ricevuto numerosi giudizi critici positivi, ha conosciuto due ristampe e una costante presenza nelle classifiche di vendita, parlava di Libri e del mondo dell’editoria italiana e internazionale, il secondo numero concentra la sua attenzione su un argomento molto discusso oggigiorno nel nostro paese: le “questioni di genere”.
In Italia, infatti, il dibattito sulle “questioni di genere” ha conosciuto una diffusa estensione a seguito del discusso ddl Zan, ma come spesso avviene in queste situazioni, si discute di un argomento senza averne una sufficiente conoscenza.
Sebbene il contenuto differente, il metodo scelto e usato è il medesimo: spiegare, con cura e attenzione, tematiche con cui abbiamo relazioni frequenti e giornaliere, ma di cui spesso ignoriamo le nozioni basilari.
Fondamentale è dunque la conoscenza di un lessico di base, perché è il linguaggio, e l’uso corretto di questo, a caratterizzare la nostra specie rispetto a tutte le altre.
Quindi: transgender, transessuale, trans, cisgender, identità sessuale, queer, intersessuale … tutte parole nuove e necessarie affinché ognuno si senta rispettato, tutelato e compreso.
“L’argomento di questo secondo numero è già l’argomento degli argomenti: il rispetto e la comprensione per quello che le persone vogliono essere, per quello che vogliamo essere. Ci è sembrato importante provarci”.
Nella rivista, realizzata in collaborazione con la casa editrice Iperborea, le questioni di genere sono affrontate e spiegate attraverso le riflessioni e i racconti di Vera Gheno, Diego Passoni, Fumettibrutti, Arianna Cavallo, Gianmarco Negri e Massimo Prearo.
Se lo scopo de Il Post è quello di spiegare bene le cose, ecco, il quotidiano online, diretto da Luca Sofri, ci riesce appieno perché lascia lo spazio di parlarne a chi quelle cose le conosce bene perché le vive.