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Al femminile. Voce alle donne con due nuovi premi cinematografici

Al via due nuovi premi cinematografici declinati al femminile

Il premio Ilaria Branca di Romanico è il primo in Italia dedicato alle donne sceneggiatrici. E il secondo, il Premio Presidente Società Umanitaria, prende in considerazione i film italiani distribuiti nel 2021, non necessariamente scritti da una donna ma caratterizzati dal racconto o rappresentazione di un soggetto femminile.

L’iniziativa è il frutto della collaborazione tra il Presidente della Società Umanitaria Alberto Jannuzzelli con le ideatrici del premio Ilaria Branca di Romanico, della famiglia Branca (Fernet Branca Distillerie) e Aimara Garlaschelli che hanno istituito un Comitato fondatore composto da sole donne.

Il desiderio di vedere il mondo del cinema e dell’audiovisivo sempre più popolato di voci femminili è la spinta che ha portato all’ideazione di due riconoscimenti dedicati alla sceneggiatura: un’arte, un mestiere, tradizionalmente appannaggio maschile.

L’iniziativa è un invito a ripensare e riflettere su questo tema, nella convinzione che quelle voci possano e debbano diventare sempre più alte e autorevoli, per dare della realtà, attraverso il cinema, una lettura originale, personale e innovativa. 

Ilaria Branca di Romanico

Ilaria Branca di Romanico coltiva da tempo un grande interesse per le arti, la fotografia e per il cinema in particolare e questo progetto è lo sbocco naturale delle sue passioni.

Il tuo amore per il cinema sfocia in un premio dedicato alle voci femminili della sceneggiatura.
Il mio amore per il cinema è nato dall’incontro con Liliana Cavani, quando venne a Firenze per un seminario. Rimasi colpita dalla forte personalità della regista, una delle prime ad affermarsi in questo ambito culturalmente occupato da soli uomini. Mi è poi capitato di trovarmi su set cinematografici, in occasione di campagne di product placement dell’azienda di famiglia, come nel 2008 in Unestate al mare di Carlo Vanzina, o Il grande sogno di Pietro Valsecchi. In Sud Africa ho conosciuto Peter Suschitzky, il direttore della fotografia in L’Impero colpisce ancora, di George Lucas, mentre lavorava per lo spot del Fernet Branca del 2009.

Come è nata questa iniziativa e quali sono i partner di questa prima edizione di premi?
Nel 2020, in occasione dei 175 anni delle Distillerie, abbiamo realizzato in azienda un calendario con l’Accademia della Scala per celebrare il talento femminile, ispirandoci alle donne dei calendari storici Fernet Branca del 1920, di cui avete già parlato su Artslife. Da qui al “grande passo” di fondare, al di fuori dell’ambito familiare, un premio dedicato alla voce delle donne, il percorso è stato naturale come prendere fiato dopo una salita in montagna. Con Aimara Garlaschelli abbiamo immaginato un premio cinematografico dedicato alle donne e abbiamo deciso di partire dalla sceneggiatura, perché è il cuore di ogni racconto. Lungo questa via abbiamo incontrato il Presidente della Società Umanitaria, Alberto Jannuzzelli, il quale ha dimostrato subito profonda comprensione e vivo entusiasmo verso l’iniziativa. Si è così creata una felice comunione di intenti fra la mission dell’Ente e gli obiettivi delle ideatrici (dar risalto alla capacità artistica professionale delle donne nel cinema), che ha portato alla costituzione del Comitato fondatore del premio, che mi piace ricordare perché lavorano tutte con grande impegno per organizzare e strutturare l’iniziativa, anche con contenuti speciali, come la partecipazione il 25 gennaio di Cristina Comencini. 

Sono: Luisa Comencini, Silvia De Laude, Gaia Guarducci, Irene Magrelli, Jole Milanesi, Marzia Oggiano, Maria Elena Polidoro, con me e Garlaschelli. 

I premi sono patrocinati dalla Fondazione Cineteca Italiana, dallUniversità di Comunicazione e Lingue (IULM) di Milano, dallUnione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo (U.N.I.T.A), da EWA (European Womens Audiovisual Network) e da Valore D (Associazione di imprese che promuove la parità di genere e una cultura inclusiva). In questa fase sono stati preziosi il supporto della Cineteca, che ci ha dedicato una rassegna a novembre e ora questa intervista sul mestiere della sceneggiatura a cura di Enrico Nosei con la partecipazione di Cristina e U.N.I.T.A. che ci aiuterà a leggere e selezionare le numerose candidature che stanno arrivando.

L’obiettivo del premio è ambizioso. Il vostro intento è creare un network attorno alla tematica del femminile nella realtà cinematografica e diffondere queste idee a 360 grado nella cultura italiana?
Il punto dal quale siamo partite è il desiderio di vedere il mondo del cinema e dell’audiovisivo sempre più popolato di voci femminili e questo sembra banale, ma non lo è. Pensiamo ad esempio al test di Bechdel, che è tanto semplice quanto scioccante. Perché un film superi questo test deve esserci almeno un dialogo tra due donne, che parlino tra di loro di qualsiasi argomento che non riguardi un uomo. Bene, è stato utilizzato nel cinema dal 2013 e molti passi sono stati fatti, ma se ci fossero ancora dei dubbi sull’importanza di questo premio, basta fare noi stesse un esperimento e applicare il test di Bechdel a una decina di film anche recenti. L’impegno perché la tematica del femminile sia portata a 360 gradi nella cultura italiana è sempre attuale e necessario, per evitare un approccio stereotipato e condizionato dallo sguardo principalmente maschile alla realtà.

Qual è l’apporto della Società Umanitaria?
La Società Umanitaria ha le sue radici nel cinema già dall’inizio del ‘900. Cito le parole dello stesso Presidente, Alberto Jannuzzelli: Fin dagli albori del 900 lUmanitaria si fece promotrice delluso degli audiovisivi nella scuola come sussidio delle attività educative, nonostante il loro utilizzo fosse allepoca ancora sottostimato dalla pedagogia ufficiale.
Da quel momento limpegno dellUmanitaria nel campo cinematografico rimase una costante, prima con linnovativa iniziativa nata nel 1920 del “Barcone”, esperimento di cinematografia natante” con cui si offriva alle popolazioni contadine del Po Il Giornale del Contadino”, proiettato su di un grande telo montato su una chiatta itinerante, e poi, nel 1921, quando il Teatro del Popolo dellUmanitaria organizzò un ciclo di proiezioni allArena di Milano con un allestimento allavanguardia, tanto che la stampa parlò  “dello schermo più grande del mondo”.

Quarant’anni dopo, nel 1963, l’Umanitaria continuava nella sua opera di promozione del cinema come strumento di diffusione della cultura, organizzando il cineclub Il Barcone che ha proseguito la sua programmazione fino alla fine degli anni ’70, ma soprattutto  portato avanti nelle sedi sarde della Società Umanitaria ad Alghero, Carbonia e Cagliari (quest’ultima sede della Cineteca Sarda), dove il centro di gravità di tutta l’azione culturale promossa proprio il cinema con progetti di preservazione, conservazione e raccolta della memoria storico-sociale audiovisiva del territorio e l’organizzazione di festival cinematografici di valenza internazionale.

“Come si sceglie il soggetto di un lungometraggio?  E quanto deve conoscere del mestiere di regista una brava sceneggiatrice? Come si scrive una scena?” Cristina Comencini risponderà a queste e altre domande durante l’incontro in streaming, organizzato da Enrico Nosei per la Cineteca di Milano, in occasione della presentazione del premio AL FEMMINILE, donne sceneggiatrici promosso dalla Società Umanitaria di Milano. 

Il bando è aperto fino al 28 febbraio. Per informazioni: www.premicinema.umanitaria.it
Lo streaming sarà disponibile sul sito della Cineteca dal 25 gennaio. Presenti anche Ilaria Branca di Romanico e Alberto Jannuzzelli, Presidente della Società Umanitaria.

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