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Casa Savoia e Stato Pontificio al centro dell’asta di Numismatica di Cambi

Cambi 
Particolare del lotto 15

L’asta di Numismatica di Cambi (Milano, 9 febbraio) offre una selezione di monete di Casa Savoia e dello Stato Pontificio

Torino deve molto a Maria Cristina di Borbone, la  figlia Enrico IV di Francia, e per questa sua origine regia soprannominata “Madama reale”. Andata sposa a Vittorio Amedeo I, rimasta vedova con due figli ne assunse la reggenza, sia pure in modo non proprio lineare.

Secondo il Cibrario, “il Duca era moribondo, quando nell’interesse di Maria Cristina ed in quello di Francia gli si propose di testare lasciando la reggenza alla moglie. Egli non ne ebbe la forza. Allora fu interrogato il confessore, padre Broglia domenicano, se non avesse intenzione di costituire la moglie tutrice e reggente. Il morente mandò fuori un sospiro che rassomigliava ad un sì; e di quel sì fu steso un atto che venne sottoscritto da nove testimoni”.

I cognati, il cardinale Maurizio e il Principe Tommaso di Carignano-Savoia, entrambi filospagnoli, mostrarono di non gradire. Così pure il fratello Luigi XIII divenuto anni prima Re di Francia, il quale intendeva annettere il Piemonte al suo regno.

Stretta fra due fuochi, Cristina difese strenuamente l’indipendenza del piccolo stato piemontese, senza mai cedere alle ingerenze francesi del fratello e del cardinale Richelieu, nonché dei cognati che invece avrebbero consegnato il ducato agli spagnoli. Di qui, tra il 1637 e il 1642 la guerra fra i “madamisti” (i seguaci di Cristina) e i “principisti” (ossia i sostenitori del Principe Tommaso di Carignano-Savoia) per la successione.

“Madama reale- scrive ancora il Cibrario- ebbe alcune qualità veramente regie: coraggio, grandezza d’animo, libertà, anzi quasi prodigalità, non mediocre ingegno, labbro facondo, con cui passando fra le squadre arringò talora i soldati. Serbò fede al Piemonte ed ai figliuoli; fu di tempra amorosa leggera ed incostante; diede troppo favore e lasciò prendere troppa baldanza ai nobili, i quali al suo tempo inventarono genealogie favolose, origini poetiche e documenti mai più veduti”. Fu splendida nel far costruire monumenti religiosi e civili. La nuova piazza reale di san Carlo, la chiesa di santa Cristina, l’inizio dei lavori del Palazzo Reale, la Cappella della Sindone, il Castello di Rivoli e la Reggia della Venaria. Ma anche l’Ospedale della Carità e il Palazzo di Città.

Numerose e di pregio le monete che mandò a coniare, alcune delle quali proposte dall’incanto Cambi (www.cambiaste.com) del 9 febbraio che la ritraggono col capo velato, segno di vedovanza e, a seconda dei casi, con i figli Francesco (reggenza dal 1637 al 1638) o Carlo Emanuele (reggenza dal 1638 al 1648).

Cambi 
Particolare del lotto 15

Spesso il rovescio è occupato alla Madonna dei fiordi di Bra, il cui culto risale all’apparizione, il 29 dicembre 1336, della Vergine a tale Egidia Mathis. Sul far della sera, la donna, sola e incinta – narra la leggenda – stava tornando a casa percorrendo un sentiero innevato che attraversava un boschetto di pruni selvatici nei pressi del paese di Bra.

Giunta ad un pilone votivo consacrato alla Madonna si fermò per dire una preghiera quando improvvisamente venne aggredita da due soldati di ventura. Sentendosi perduta e preoccupata per il bambino, Egidia invocò la Vergine, ed ecco apparire una Signora splendente di luce. I soldati fuggirono e la donna cadde al suolo in preda ai dolori del parto. Una misteriosa Signora assistette Egidia nel parto e poi scomparve nel nulla, mentre i pruni intorno a lei, pur essendo inverno, fiorino. Egidia si ritrovò con in braccio il suo splendido pargolo e corse verso casa per annunciare l’evento straordinario. 

Per tramandare la venerazione alla Madonna nel 1626 venne edificato un santuario e ancora oggi ne si tramanda la venerazione alla Madonna dei Fiori. Ancora oggi d’inverno i cespugli che adornano l’edificio sacro tornano a fiorire.

Cambi 
Lotto 15 Otto scudi della Madonna dei Fiori con il ritratto velato di Maria Cristina di Borbone, “Madama Reale”,
reggente a nome nel figlio Francesco Giacinto. Stima 12/15.000 euro.

Della serie Madonna dei Fiori, l’incanto curato da Paolo Giovanni Crippa, l’8 e il 4 scudi della reggenza di Francesco Giacinto entrambe proposte a 12/15.000 euro. Leggermente superiore la stima dell’8 scudi della reggenza di Carlo Emanuele, che prevede la partenza da 15/18.000 euro. Decisamente più prezioso – è stimato 45/50.000 euro- il 20 scudi con al rovescio lo stemma al posto della Madonna dei Fiori.

Cambi 
Lotto 18. Madama Reale reggente a nome del principe Carlo Emanuele sull’8 scudi del 1641, valutato 15/18.000 scudi.

Ancora più numerose le monete papali. Alcune delle quali alla preziosità unisco la bellezza del conio, non poche delle quali col rovescio occupato dalla rappresentazione di Pietro sulla barca. E’ questo il caso del doppio fiorino di camera di Poalo III, opera dell’incisore Leone Leoni. A parere Paolo Giovanni Crippa, si tratta di uno dei ritratti più spettacolari di tutta la monetazione pontificia. Stima: 18/20.000 euro.

Tra i 30.000 e i 35.000 euro la stima assegnata a due quadruple di Paolo V con immagine comune – il Papa al diritto e san Paolo al rovescio – ma modellate in diversa foggia da parte dello zecchiere Roberto Primi.

                                                                                                                                             

Cambi 
Lotto 52. Una versione della quadrupla di Paolo VI, identica la stima: 30/35.000 euro.
Cambi 
Lotto 53. Una versione della quadrupla di Paolo VI, identica la stima: 30/35.000 euro.

 

 

Cambi Casa d’Aste
Milano – Via San Marco 22 – 20121 Milano

Asta Live 691
Numismatica | 9 Febbraio 2022
TORNATA UNICA Ore 15:00

Asta in collaborazione con Crippa Numismatica
Esposizione a Milano, previo appuntamento

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