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Le verità di Bakersfield. Dietro una tela di Pollock le verità del mondo

ph Marina Alessi
ph Marina Alessi

Le verità di Bakersfield arriva in Italia al Teatro Modena di Genova fino al 23 aprile

Verità o falsità? Questo è il tema centrale della commedia “Le verità di Bakersfield” di Stephen Sachs arrivata in Italia con la traduzione di Massimiliano Farau nel 2018. Una commedia che è attualmente al Teatro Modena di Genova e vede protagonisti Marina Massironi e Giovanni Franzoni diretti da Veronica Cruciani. Partendo infatti dal quadro di Pollock, il testo non si sofferma solo sull’autenticità del dipinto, ma è un pretesto per parlare anche della realtà dei personaggi, delle persone, dell’autorità, di chi ha il diritto di dire la verità e di chi dobbiamo ascoltare.

Ed ecco che Maude e Lionel, i due unici protagonisti, vengono a confronto in un desolato contesto che presenta due realtà apparentemente diverse in cui da un lato sta una donna disoccupata che vive in una roulotte a Bakersfield e dall’altra un esperto d’arte newyorchése. I due si affrontano in un primo tempo in maniera più o meno formale per poi, dopo qualche bicchiere di whisky, lasciarsi andare a confidenze che ne svelano le proprie vite fatte di fallimenti diversi.

ph Marina Alessi

Tutto ruota intorno ad un quadro trovato casualmente da Maude sul quale investe tutto il suo tempo per poterlo valorizzare e per poterne conseguentemente “ricavare” un guadagno che le consenta di risollevarsi dalla situazione di degrado in cui si trova. Per attuare il suo progetto riesce a fa venire da New York un noto esperto d’arte che, se dichiarerà l’autenticità del quadro, le permetterà appunto di cambiare vita.

Ma purtroppo l’esperto non trova che il quadro sia originale e quindi il suo sogno non si potrà avverare. Quello però che traspare dal testo è che non è così certo che il dipinto sia un falso, esattamente come non è certo che l’esperto sia poi così esperto in quanto già in passato aveva commesso errori di valutazione che gli hanno fatto perdere il posto di direttore al Metropolitan Museum.

E allora dove sta la verità? Chi può giudicare? È così semplice definire cosa sia vero e cosa sia falso? A quanto pare no, e questo vale per il dipinto come per ogni cosa, persona o situazione. Quello che appare certo è che invece Maude sia una persona vera come le dirà Lionel e questo le dovrebbe bastare per stare bene. E forse è così, se si considera la scena finale, bellissima grazie al light design di Gianni Staropoli e al suggestivo brano musicale “Run From Me” del Gruppo Timber Timbre, in cui vediamo la donna immersa, quasi estasiata, nella visione di quel quadro al quale continua ad esser appesa la sua vita. Forse meglio averlo con lei che in una galleria lontana, e soprattutto meglio non aver ceduto al parere di chi in fondo non stimava granché.

Marina MassironieGiovanni Franzoni intrattengono in poco più di un’ora di spettacolo il pubblico che ahimè alla prima non è così numeroso (sarà ancora l’effetto covid) e questo forse penalizza un po’ la loro resa recitativa. I ritmi dei dialoghi sembrano un po’ stanchi e alle volte si ha la sensazione che i due attori non vedano l’ora di arrivare alla fine. Ma nel complesso lo spettacolo piace e gli applausi finali sono tanti.

In scena al Teatro Gustavo Modena fino a sabato 23 aprile.

www.teatronazionalegenova.it

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