Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian, ALLUVIUM, 2020-2022. Courtesy the artists
OGR Torino torna a Venezia, in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, presentando per la prima volta in laguna il trio di artisti iraniani Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian con un nuovo progetto site-responsive, a cura di Samuele Piazza: ALLUVIUM.
Dal 23 aprile al 27 novembre 2022 negli spazi del Complesso dell’Ospedaletto, il progetto espositivo realizzato e prodotto da OGR Torino raccoglie alcune nuove produzioni, parte di un corpus di opere al quale gli artisti hanno lavorato nel corso degli ultimi due anni, mostrato per la prima volta in questa configurazione. ALLUVIUM segna una nuova tappa nella collaborazione tra gli artisti di base a Dubai e OGR Torino.
Installation view
Il titolo ALLUVIUM rimanda all’argilla, alla ghiaia, al limo depositati dall’acqua corrente, e si presta a varie letture. Richiama la materialità dei dipinti presentati in mostra e metaforicamente i resti di un flusso più astratto: i detriti lasciati dal flusso di notizie, immagini culturali e storia, raccolti per guadagnare nuova vita.
ALLUVIUM è composta da una serie di strutture che gli artisti hanno realizzato in collaborazione con un fabbro di base a Dubai, Mohammed Rahis Mollah. Queste sculture in ferro reggono una serie di piatti in terracotta, prodotti da artigiani locali, secondo la tradizione mediorientale. I piatti accolgono i dipinti degli artisti, creando composizioni e costellazioni in delicato equilibrio.
La struttura sospesa e la disposizione spaziale dei piatti si basa su una coreografia condivisa dagli artisti, interpretata e ricreata dal fabbro impiegando la sua conoscenza delle proprietà fisiche del metallo. Ogni struttura ha una coerenza propria, ma entra in relazione con le altre opere, funzionando come vera e propria traduzione, e al tempo stesso, partitura per lo sviluppo di nuove gestualità e performance.
Portrait by Sebastian Boettcher, 2021
I dipinti e i collage sui piatti sono frutto di una riscrittura delle immagini provenienti dalle news. Al flusso di immagini a cui siamo esposti si contrappone una riscrittura che traccia una registrazione dei nostri tempi, creando un nuovo immaginario alternativo a queste rappresentazioni; sovrapponendo le immagini per modificarle, replicandole e ridisegnandole secondo nuovi assi geometrici come nelle ceramiche islamiche, astraendole con fondi piatti come nelle miniature persiane, tracciano un ritratto inedito del presente.
La ricerca si muove a partire da oggetti accumulati per creare un vero e proprio paesaggio, mentale e fisico. Nel flusso di immagini culturali e informazioni, gli artisti si comportano come dei raccoglitori che creano inedite possibili costellazioni. Vengono sommati oggetti provenienti da vari contesti a immagini, libri, film e opere d’arte, riarrangiati in un ecosistema dal quale emergono nuove relazioni e narrazioni.