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Sembra facile ma non è difficile. La prima personale di Marco Paleari a Milano

Id rather die once than a million times, Marco Paleari, 2021

Ex Amato presenta Sembra facile ma non è difficile, la prima esposizione personale di Marco Paleari presso OBlO’, in Via Pordoi 10, Milano. La mostra sarà aperta al pubblico dal 29 aprile al 14 maggio 2022, dal mercoledì alla domenica (15.00-19.00). In mostra un ciclo inedito di disegni di vario formato.

Ciò che viene evidenziato nelle opere di Marco Paleari è la “postura delle coseNei suoi quadri la punta della matita, come un sismografo, registra l’impressione di un dato momento, producendo una linea tagliente che delinea le sagome di oggetti e persone.

Con il procedimento del ricalco si genera un disegno “obbligato”, la traduzione in scala 1:1 di una scena attraverso la delineazione dei suoi ingombri – appunto le “posture”. Questi vengono così esposti ad una possibilità di contemplazione, stagliandosi sul piano pittorico. L’artista vuole immaginare cosa potrebbe accadere dentro queste delimitazioni, come la “storia infinita” continuerebbe a generarsi. E così il disegno che delinea volti e figure ricama una narrazione personale che si incrocia con ciò che di universale vi è in queste composizioni.

Sembra facile ma non è difficile, installazione 

Nell’opera Rosso scala C (2021), i corpi degli attori vengono fatti sdraiare sulla tela ed utilizzati come pattern per ricreare la scena della Deposizione dipinta da Rosso Fiorentino nella Pala di Volterra (1521). L’accento è posto sulla scala reale dei corpi ed il dipinto diviene così un vero e proprio tableau vivant di una scena altrimenti necessariamente pittorica. E così avviene in I’d rather die once than a million times (2021), che reinterpreta un frame della Incoronazione di spine di Tiziano Vecellio (1542), e nel disegno su carta intitolato Eccomi di nuovo! (2022), in cui l’episodio del Disarcionamento di Bernardino della Ciarda, dal ciclo pittorico della Battaglia di San Romano (1438 ca.) realizzato da Paolo Uccello, è rimesso in scena attraverso il ricalco di giocattoli di supereroi e combattenti e convertito in una “battaglia da tavolo”.

 

Sembra facile ma non è difficile, installazione

Tutte le forme generate sembrano però appartenere indistintamente alla superficie della scena, alla sua pelle, generando un’ambigua e taciuta rottura prospettica all’interno della composizione. 

I disegni di piccolo formato dalla serie Drawings that have chosen me (2020 – in corso), presentano un livello di lettura alternativo della restituzione a grandezza naturale di un soggetto: traducendo graficamente le immagini digitali che affiorano sullo schermo luminoso del telefono palesano le effettive dimensioni di ciò che viene continuamente fruito in simili condizioni, attraverso il breve scontorno visivo della cornice del dispositivo, che sia smartphone o tablet.

La cristallizzazione di un momento transitorio per costituzione si ritrova anche in opere come Matter of time / Questione di tempo (2022), in cui viene disegnato l’atto del disegnare, e in Vocazione al manierismo (2021), dove l’artista tenta di sfidare la dimensione di sospensione delle composizioni manieriste con l’impiego di persone vere, con dinamiche fisiche annesse – la gravità, per esempio.

 

 

 

 

 

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