Presentati a Roma i Quaderni d’arte italiana, periodico che si propone di analizzare la creatività nostrana del XXI secolo
Un periodico che racconti l’arte italiana del XXI secolo. Lo scenario socio-politico e culturale in cui si muove, la sua risonanza internazionale. Forse nessuno ci aveva pensato, ora è una realtà. Il 7 giugno a Palazzo Mattei di Roma è avvenuta la presentazione di Quaderni d’arte italiana n.1, frutto della collaborazione tra l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani e la Quadriennale di Roma. La rivista trimestrale ha l’obiettivo di fornire uno spazio analitico di riflessione sulle dinamiche artistiche contemporanee. “Gian Maria Tosatti, che fino al mese scorso era impegnato alla Biennale di Venezia, ha creato uno strumento d’indagine che copre molti vuoti. Uno strumento votato non solo alla conoscenza, ma anche alla promozione dell’arte italiana all’estero; per questo il formato è bilingue (italiano e inglese)” ha spiegato Umberto Croppi, presidente della Quadriennale di Roma.
A due passi dalla fontana delle tartarughe e dalla dimora degli Antici, laddove le melanconiche riflessioni di Leopardi prendevano piede nel suo soggiorno romano, si è discusso di futuro, evoluzione, convergenze, connessioni. Ogni numero dei Quaderni si compone di quattordici contributi. Curatori, storici dell’arte, filosofi, esperti di discipline anche liminari alle arti visive sono chiamati ad approfondire gli stessi temi da punti di vista diversi. L’approccio della rivista è open access: i suoi contributi, caleidoscopici vademecum, a metà tra saggi e articoli, sono infatti pubblicati gratuitamente ogni lunedì anche sulla piattaforma digitale quaderni.online e sul sito della Quadriennale di Roma.
“La collaborazione Treccani-Quadriennale è il segno della volontà di porre al centro la cultura e il suo valore, per tutelarla e sostenerla” ha detto Massimo Bray, direttore generale Treccani. La rivista, come ha sottolineato Croppi, è legata anche al Ministero per le politiche giovanili, poiché il proposito è quello di utilizzare linguaggi freschi, contemporanei. L’ideazione dei Quaderni si colloca all’interno di un vasto disegno di progetti collaterali, come Panorama: una catena di studio visit costanti, accompagnata da report dedicati. I Quaderni rientrano nel Programma dei 95 anni della Quadriennale. Per il quale Fondazione La Quadriennale di Roma ha ricevuto un contributo da parte della Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Servendosi delle stesse metafore adottate per il titolo del Padiglione Italia alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte, Storia della Notte e Destino delle Comete, Gian Maria Tosatti, direttore artistico della Quadriennale e direttore responsabile della rivista, ne ha affrescato così gli intenti: “È necessario che ci mettiamo a scrivere l’arte del XXI secolo perché non è mai stato fatto. Un cielo di stelle sconnesse è un cielo che non ci aiuta a navigare: dobbiamo creare una cosmologia, disegnare delle traiettorie” e ha aggiunto: “Per appassionarsi all’arte contemporanea bisogna capirla e per farlo, è necessario un viaggio. In questo senso, dico, stiamo scrivendo la storia. Il nostro è un racconto critico, problematizzato. Non dobbiamo vendere, ma essere consapevoli”.
Molti sono gli argomenti trattati in questo primo numero #italia: il metaverso, il mondo digitale, l’identità fisica, le istanze femministe, la transmedialità. E poi le radici eterogenee degli artisti italiani, il rapporto tra arte contemporanea e cristianesimo, l’economia necessaria a sostenere il sistema. Alla presentazione sono intervenuti poi anche due membri del comitato editoriale della rivista. Andrea Viliani e Francesca Guerisoli, che hanno posto l’accento sulle tracce di colonialismo ancora visibili nel panorama attuale e sulla scarsa attenzione che la scuola pubblica e privata italiana dedica all’arte di oggi. Prima di poter comprendere il contemporaneo è necessario conoscerlo, ha sottolineato Tosatti.
Qualcosa di simile aveva affermato Giorgio Manganelli nell’alveo del Gruppo 63. Contemplando però anche la possibilità che in seguito alla conoscenza, si possa prendere una distanza da ciò che non è gradito. Certo è che se la neoavanguardia, con il suo gradiente sperimentale, già puntava ad una catabasi per la fruizione, oggi fare affidamento su comode vie di fuga come l’istagrammabilità, il potenziamento emozionale dell’opera, lo sfruttamento del veicolo artistico per avanzare pretese socio-politiche, rischia di condurre il pubblico verso un inabissamento confusionale, dannoso, affatto pedagogico. L’auspicio è che i Quaderni d’arte italiana possano fare luce anche sui paradossi e le complicazioni dell’arte contemporanea. Fornendo i mezzi per operare un distinguo tra cosa è arte e cosa invece non lo è.
https://quadriennalediroma.org/