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Tra vita nei campi e filamenti trascendentali: l’arte italiana tra Ottocento e Novecento

Angelo Morbelli, Raccolta di cavoli, olio su tela, 30 x 55 cm, collezione privata courtesy Enrico Gallerie d’Arte, Milano

A Lecco, fino al 20 novembre 2022, il Palazzo delle Paure e Villa Manzoni, sede dei musei civici, ospitano la mostra Poetiche. Quotidiano e immaginario nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento, a cura di Simona Bartolena. Poetiche. Quotidiano e immaginario nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento racconta un momento di transizione nell’arte italiana, a cavallo dei due secoli, tra verismo sociale, Divisionismo e Simbolismo. Questo è indagato attraverso più di 90 opere di autori che si sono interessati tanto alla questione sociale e alla tematica del quotidiano, quanto all’immaginario simbolista; tra questi troviamo Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Emilio Longoni, Giuseppe Pellizza da Volpedo Giovanni Sottocornola, Plinio Nomellini, Francesco Michetti, Antonio Mancini, Leonardo Bistolfi. Sono presenti poi altri artisti meno celebrati, provenienti da importanti musei ed enti pubblici e privati, e da numerose collezioni private di tutta Italia. Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano ha dato in prestito undici opere, due delle quali oggetto di un attento restauro per l’occasione. Altre istituzioni che hanno prestato delle proprie opere sono: Museo Borgogna di Vercelli, la Wolfsoniana di Genova, il Museo di Palazzo Foresti di Carpi, Il Museo della Permanente di Milano  le collezioni di Bper e Banca Popolare di Milano.

Plinio Nomellini, il lavoro, 1903, stampa litografica a colori su carta, 130 x 99 cm, Wolfsoniana, Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
La mostra prende in considerazione l’arte italiana della seconda metà dell’Ottocento, quando cioè conosce un più profondo interesse per la questione sociale, dovuto sia alla diffusione delle tesi socialiste, sia alla nuova situazione socioeconomica del Paese, che offriva importanti motivi di riflessione. È in questo periodo che nascono le prime organizzazioni dei lavoratori, si preparano i primi scioperi e si verificano violente insurrezioni contadine.
Parallelamente, muta anche lo sguardo degli artisti che descrivono il soggetto spesso con impietosa oggettività senza alcun compiacimento o edulcorazione, con un’attitudine prossima al Verismo, così com’era accaduto anche in letteratura. Al contempo, si diffonde la tendenza a un approccio spirituale alla creazione artistica, quasi nel disperato bisogno di risposte e con la necessità di un’intima riflessione e di un dialogo con il divino. Questo aspetto trascendente, di ambito simbolista, è protagonista della ricerca di molti artisti, la cui produzione resta spesso in bilico tra i due mondi: quello del verismo sociale e quello della visione, come se rappresentassero due espressioni di un unico momento.

Il percorso espositivo si apre al Palazzo delle Paure, prendendo in considerazione il tema sociale, tra pittura di genere e interesse politico, attraverso dipinti di Michele Cammarano, Vincenzo Gemito, Teofilo Patini, Francesco Michetti, Antonio Mancini, Angelo Morbelli e altri. Il lavoro, colto nei suoi più diversi aspetti, è al centro dell’analisi di autori quali Giovanni Sottocornola, Carlo Fornara, Plinio Nomellini e Ambrogio Alciati, la cui tecnica si avvicina a quella divisionista.

L’attenzione degli artisti di fine Ottocento si allontana progressivamente dal mondo reale, e si sposta verso gli aspetti più onirici e immaginifici. Come succede con la pittura di paesaggio, affrontata, soprattutto in ambito divisionista, con toni sempre più visionari, come nelle opere di Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni, Vittore Grubicy, Giovanni Sottocornola, ma anche di artisti meno noti, quali Benvenuto Benvenuti e Sexto Canegallo.
Un’ampia sezione è inoltre dedicata ai sogni e alle visioni, tra simbolismo e allegoria, dove Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Leonardo Bistolfi, Plinio Nomellini, Giorgio Kienerk, Luigi Russolo, Jules Van Biesbroeck, Adolfo Wildt e molti altri accompagnano il visitatore fino a tendenze già novecentesche, tra Simbolismo e Liberty. Il percorso espositivo si completa nelle sale di Villa Manzoni con una serie di opere ispirate al tema della vita nei campi, tra denuncia sociale, malinconia per una realtà in profondo mutamento e immaginario idilliaco, ritratta da pittori quali Emilio Longoni, Emilio Gola, Baldassarre Longoni, Achille Tominetti, Arturo Rietti, che dialogano con i dipinti della collezione permanente del Museo Civico di Lecco.

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