Da qualche anno a questa parte ad Alba si parla l’americano. Americans è il nome della mostra allestita, fino al 25 novembre, nel coro della Chiesa della Maddalena, uno spazio suggestivo in cui l’azienda vitivinicola Ceretto è stata incaricata dal Comune della città piemontese di organizzare esposizioni d’arte contemporanea nei prossimi cinque anni. Americani sono gli artisti che espongono, da Jasper Johns a Julian Lethbridge, da Ed Ruscha a Kiki Smith e Terry Winters, con opere prestate dalla Ulae Universal Limited Art Editions, tra le più importanti case di litografie al mondo. Americano è il nucleo della collezione acquistata dalla famiglia Ceretto, con una donazione di 200mila euro alla Fondazione Steven Shailer, nata in memoria dell’ architetto newyorchese prematuramente scomparso. Americani sono stati finora gli ospiti che hanno alloggiato, mentre preparavano eventi in Italia, nella “casa d’artista” immersa tra i vigneti negli oltre 160 ettari di proprietà della storica azienda di vini piemontesi. Americano è Bill Katz che oltre curatore di mostre, è stato anche consulente per il restyling dei due ristoranti di Alba dei Ceretto: Piazza Duomo e La Piola, quest’ultimo da poco inaugurato e impreziosito da piatti firmati da artisti- naturalmente americani – e da due candelabri realizzati da Kiki Smith.
Prima ancora che per l’America, quella dei Ceretto- che dal 1930 producono 15 diversi vini, tra rossi e bianchi, con punte di diamante come Barolo, Barbaresco e Blangé – è una passione per l’arte in generale. «Il nostro primo esperimento artistico è partito nel 1982 e non poteva che essere legato a doppio filo con il vino – spiega Roberta Ceretto- allora decidemmo di far disegnare le etichette a dei designer, come Silvio Coppola che ha firmato il Barolo Zonchera e il Blangè, poi ci siamo affidati a Italo Lupi e Giacomo Bersanetti che si sono sbizzarriti con le forme delle bottiglie. Sin dagli inizi degli anni ’90 poi abbiamo creato nelle nostre cantine situazioni culturali, come convegni, concerti, presentazioni di libri, e premi letterari. Ci mancava però l’arte contemporanea».
L’occasione di una svolta, con la nascita di un solido rapporto a “stelle e strisce” si presenta nel 1997, quando l’artista statunitense David Tremlett, impegnato all’epoca in un progetto nelle Langhe, viene accolto per un mese nella Cantina Bricco Rocche (dove sono vinificati i Barolo della famiglia). «Per ricambiare l’ospitalità- racconta Roberta Ceretto – David ha raccolto l’invito di mio padre Bruno a elaborare un progetto artistico ad hoc per il questo straordinario territorio. Il suo pensiero è andato subito alla piccola cappella di SS. Madonna delle Grazie, immersa nei nostri vigneti della località Brunate e mai consacrata, utilizzata sin dai primi del ‘900 come rifugio per i lavoratori durante i temporali. Per l’intervento ha chiamato il suo amico e collega Sol LeWitt e due anni più tardi quella chiesetta diroccata è stata trasformata nel gioiello di arte contemporanea che è oggi la Cappella del Barolo, con interni e esterni affrescati rispettivamente da David Tremlett e Sol LeWitt».
Poi è arrivata l’amicizia con Bill Katz che nel 2010 ha curato la mostra collettiva “15 artisti per Steven”, dedicata alla memoria dell’ architetto amico (in comune con i Ceretto) Steven Shailer. Nell’occasione, molti autori delle opere esposte – poi acquistate dai Ceretto e oggi zoccolo duro della loro collezione artistica – sono venuti ad Alba, da Kiki Smith a Robert Indiana, da Donald Baechler ad Anselm Kiefer e John Baldessari. Per poi decidere di ritornarci a lavorare. «Vari personaggi newyorkesi di spicco del mondo della cultura contemporanea si sono recati in visita nelle Langhe e hanno stretto con noi un rapporto di amicizia e stima, grazie all’impegno di Bill Katz, architetto e curatore che è diventato il nostro punto di riferimento per i progetti artistici- afferma Roberta Ceretto – A lui abbiamo affidato la curatela di Americans e delle mostre che si svolgeranno nei prossimi cinque anni presso il coro della Chiesa della Maddalena. Ha iniziato a collaborare con noi come consulente d’interni dei nostri due ristoranti e ci ha fatto conoscere Francesco Clemente che ha realizzato l’affresco di Piazza Duomo che oggi rende celebre il locale, insieme alla cucina dello chef Enrico Crippa».
La famiglia Ceretto ha inoltre costruito, in mezzo ai vigneti, una casa per artisti, dove hanno alloggiato James Brown e Kiki Smith, mentre programmavano le loro mostre, rispettivamente con la Gam e con la Fondazione Merz di Torino. Un’abitazione «aperta ad amici che possono trascorrere da noi dei momenti di quiete e ispirazione, immersi nella cornice di un paesaggio meraviglioso». E il prossimo progetto sarà una fondazione d’ arte contemporanea dedicata al vino. «E’ un’idea, non ancora definita che accarezziamo da anni e che è nata con le prime opere che abbiamo iniziato a collezionare- dichiara Roberta Ceretto – Per noi il collezionismo vuol dire possedere lavori di artisti con cui abbiamo un rapporto umano diretto e che cresce nel tempo. Personaggi internazionali che poi diventano ambasciatori della nostra terra, dei nostri vini e in generale dell’universo Ceretto negli Stati Uniti e nel mondo. Alcuni di loro sono anche dei nostri ottimi clienti, visto che rimaniamo in primiis dei produttori di vino. Ciò che per noi conta di più è che chi ci ha conosciuto torni a trovarci, perché tutto l’investimento che stiamo facendo nell’arte è finalizzato a promuovere le Langhe e le sue eccellenze».
E a proposito di Langhe, Ceretto non pensa soltanto agli artisti americani, ma anche a quelli locali. «Per ora abbiamo fatto delle piccole cose con un amico: Valerio Berruti che proprio recentemente ha realizzato per noi un bellissimo cancello con le sue sagome di bambini, che si apre sulla Cantina Bricco Rocche, la prima delle nostre cantine ad essere arricchita da un progetto di architettura: il “Cubo”. Sicuramente faremo ancora altro insieme, magari coinvolgendo nuovi talenti del nostro territorio».