La statua di epoca romana, raffigurante Ercole dal corpo giovanile, arricchiva un edificio riccamente decorato, probabilmente una fontana
Il sito è quello dove si incontrano due dei principali assi viari dell’antica città. E il punto di convergenza è segnato da una piazza, dominata da un edificio riccamente decorato, probabilmente una fontana di epoca romana. Siamo a Filippi, antica città della Macedonia, conquistata dai Romani nel 168 a.C.. Celebre nella cultura popolare per l’espressione “Ci rivedremo a Filippi”, usata per significare che prima o poi si arriverà alla resa dei conti. Apparsa nelle Vite parallele di Plutarco, e successivamente ripresa letterariamente da William Shakespeare nel Giulio Cesare. È qui che è stata completata la campagna di scavi condotta da un’équipe dell’Università Aristotele di Salonicco, diretta dalla professoressa Natalia Poulos.
L’edificio citato aveva una particolare decorazione architettonica, e con le ultime ricerche sono stati scoperti diversi frammenti. Ma lo stupore di tutti è cresciuto quando dal terreno è emersa una statua di epoca romana raffigura Ercole dal corpo giovanile. L’imponente statua, di proporzioni più grandi del vero, era posta a decorazione dell’edificio che, risalente probabilmente all’VIII/IX secolo d.C.. L’identità dell’eroe mitologico è confermata dalla pelle di leone che pende dalla mano sinistra e dalla clava, ritrovata in frammenti. In una dichiarazione il Ministero della Cultura e dello Sport greco, che sovrintende ai progetti relativi al patrimonio culturale, ha affermato che gli scavi proseguiranno nel prossimo anno.