VICTOR VASARELY. Einstein in the sky with diamonds. Installation view, Mazzoleni London, 2022.
Credits: Todd-White Art Photography. Courtesy Mazzoleni, London – Torino
Mazzoleni presenta VICTOR VASARELY. Einstein in the Sky with Diamonds, una selezione di dieci importanti opere del maestro dell’Optical Art e dell’arte cinetica, che coprono quasi la sua intera carriera dagli anni ’50 agli anni ’80. A cura di Arnauld Pierre, la mostra sarà visitabile dal 12 ottobre al 16 dicembre 2022.
La mostra presenta alcune delle prime composizioni in cui Vasarely sperimentò l’attivazione della superficie mediante l’uso di piccole unità geometriche ripetute e la vibrante alternanza di bianco e nero, come evidente nel suggestivo Tampico-5 (1953). Risalenti agli anni Cinquanta, queste opere hanno inventato il linguaggio dell’Op Art.
Nel decennio successivo il pittore razionalizzò l’uso di quelle “unità plastiche” distribuendole all’interno di griglie con variazioni di toni e sfumature rigorosamente modulate, come nelle forme scultoree e nei colori contrastanti di Arc Tur (1968). Nella progettazione delle sue opere, Vasarely era solito preparare disegni e modelli preliminari – o “programmazioni” per usare le sue parole – di cui verrà un esempio sarà esposto in galleria.
Victor Vasarely, Einstein-Ker, 1976, Signed (lower right): “Vasarely; signed, dated and inscribed (on the reverse): “Vasarley / P.976 – ‘Einstein-Ker’ – 1976 / Vasarley”, Acrylic on canvas, 195 x 195 cm, 76 3/4 x 76 3/4 in (VAS064)
I pattern generano onde luminose che modulano la superficie e si irradiano verso lo spettatore. Le griglie stesse si deformano e producono depressioni o protuberanze che trasportano la superficie verso una dimensione superiore. La mostra è dominata da Einstein-Ker (1976), una grande tela il cui titolo si riferisce al fondatore della teoria della relatività, Albert Einstein. Affascinato dalle scoperte scientifiche del suo tempo, Vasarely cercò di tradurle in “equivalenti plastici”. Il trattamento degli elementi formali non si limita al semplice formalismo, poiché producono fenomeni visivi che si collegano con le manifestazioni invisibili della materia o le “sopra-dimensioni” dell’universo.
Victor Vasarely, Cassiopée 3, 1957, Signed (lower right): “Vasarely”, Acrylic on board, 56.5 x 52.5 cm, 22 1/4 x 20 5/8 in, (VAS054)
Secondo la sua ricerca, l’alternanza di positivo e negativo nelle composizioni degli anni Cinquanta esprimerebbe visivamente l’ipotesi dell’antimateria e dell’esistenza di universi paralleli. Le unità plastiche sarebbero come i semplici corpi della fisica contemporanea e le loro vibrazioni ottiche andrebbero a trasporre le energie infra-atomiche. Le deformazioni della griglia equivarrebbero alle distorsioni del continuum spazio- temporale al passaggio dei corpi astronomici.
Le composizioni di Vasarely dominano un cielo “einsteiniano”, intendendo il vasto insieme di concezioni sull’universo e sulla materia rivelate dall’astronomia e dalla fisica moderne, e dalla teoria della relatività in particolare. In occasione della mostra, Mazzoleni pubblicherà un catalogo in cui Arnauld Pierre, co-curatore della retrospettiva Vasarely, Sharing Forms al Centre Pompidou nel 2019, discuterà della poetica scientifica che il pittore ha posto al centro del suo lavoro così come gli ideali universalisti che guidarono la sua pratica.