Una versione di ‘Venere e Adone’ di Tiziano (e bottega) arriva in asta da Sotheby’s a Londra il prossimo 7 dicembre. Stima £ 8-12 milioni
Non si è ancora archiviata la Frieze Week londinese più concentrata sul contemporaneo, che già si parla di Old Master. Sotheby’s infatti, per il consueto appuntamento dicembrino con la pittura antica, ha svelato oggi la presenza in asta di un capolavoro di Tiziano raffigurante la storia di Venere e Adone.
Le sontuose rappresentazioni di Tiziano di questo tragico racconto si sono sempre classificate tra le opere più apprezzate del maestro rinascimentale, con interpretazioni che coronano le grandi collezioni reali e nobili d’Europa del passato e sono protagoniste delle collezioni delle istituzioni pubbliche più illustri del mondo oggi.
Ora una versione del soggetto “più venduto” di Tiziano arriva in asta da Sotheby’s a Londra il 7 dicembre con una stima di £ 8-12 milioni. Secondo gli esperti della maison sarà uno dei dipinti più importanti dell’artista ad essere offerto all’asta questo secolo. Nel 1998 era passata in asta ma non era stata venduta perché vi erano dubbi sulla provenienza e sulla “mano dell’artista”. Dubbi che però sono stati fugati, secondo Sotheby’s.
«Il soggetto di Venere e Adone è giustamente celebrato come una delle creazioni più popolari di Tiziano, ricercato dai collezionisti di tutto il mondo sin da quando fu reso famoso dalla sua ambiziosa commissione per il futuro Filippo II di Spagna quattrocentosettanta anni fa – ha commentato George Gordon (co-presidente, Old Master Paintings Worldwide, Sotheby’s) – L’offerta di un dipinto di estrema rarità di uno dei grandi del Rinascimento è un’opportunità unica in una generazione».
Il dipinto in asta è stato esposto a Vienna in occasione della mostra al Kunsthistorisches Museum (che si è chiusa lo scorso 16 gennaio 2022) dal titolo “Titian’s Vision of Women”, che intendeva illustrare attraverso circa sessanta dipinti provenienti dalle collezioni del museo viennese, dai musei di tutto il mondo e collezioni provate come il celebre artista veneziano vissuto a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento abbia raffigurato le donne lungo tutta la sua produzione. Era esposto nella sezione “LO SPLENDIDO MONDO DEI MITI”, in cui si raccontava come gli artisti del Rinascimento e i loro mecenati considerassero la pittura storica l’apice della grande arte.
Mentre Tiziano ha esplorato il tema di Venere e Adone dal 1520 in poi, questa versione si riferisce più da vicino al celebre quadro dell’artista dello stesso soggetto dipinto per Filippo d’Asburgo, poi re Filippo II di Spagna (1527–1598), inviato nel 1554 e ora nella collezione del Museo Nacional del Prado, Madrid. Questa versione della Venere e Adone faceva parte di una serie di sei dipinti che Filippo d’Asburgo commissionò a Tiziano ispirandosi alle Metamorfosi di Ovidio. Conosciuto come “dipinti poetici”, questo ciclo di opere – eseguito nel corso di undici anni – si colloca tra le più grandi realizzazioni della carriera di Tiziano.
Nonostante all’epoca avesse suscitato una certa preoccupazione sul fatto che Venere e Adone fossero “troppo lascivi”, l’ideazione di Tiziano attirò grande fama che gli procurò numerose commissioni. Con ogni interpretazione dimostrava l’incredibile capacità di reinventare i motivi, in varie forme, rendendo ogni versione diversa per dimensioni e dettagli.
Oggi sopravvivono una dozzina di rappresentazioni, più della metà delle quali sono conservate in importanti collezioni pubbliche. Oltre alla versione di Filippo II al Prado, ve ne sono altre al Getty Museum di Los Angeles, alla National Gallery di Londra, alla National Gallery of Art di Washington e al Metropolitan Museum of Art, New York.
Le ricerche e gli studi che sono stati realizzati sul dipinto, hanno permesso agli esperti di identificare una provenienza quasi ininterrotta che traccia trecento anni dall’inizio del XVIII secolo ai giorni nostri. Sono emerse notizie recenti che dimostrano che questa Venere e Adone è appartenuta al principe Eugenio di Savoia (1663–1736) e un altro notevole ex proprietario fu Benjamin West (1738–1820), presidente della Royal Academy e pittore di storia ufficiale di Giorgio III.
Quest’opera è stata nascosta al vista del pubblico per molto tempo e quindi anche poco studiata. Dopo un esame tecnico del dipinto nel 2015, l’intera portata del coinvolgimento diretto di Tiziano è stata pubblicata in uno studio di Thomas Dalla Costa, che ne ha riconosciuto le qualità di opera ideata e sviluppata dallo stesso Tiziano e ha fornito una chiara testimonianza della mano dell’artista. A seguito della mostra viennese del 2022 citata poco sopra e di un’ampia discussione successiva tra gli studiosi, c’è ora un ampio consenso sulla paternità di Tiziano per il dipinto.
I top price di Tiziano in asta
Attualmente il top price in asta per l’artista risale al gennaio del 2011 quando (sempre da Sotheby’s ma a New York) l’opera monumentale (127,8 x 169,7 cm) “Sacra Conversazione” datata agli anni della piena maturità dell’artista, intorno al 1560, è stata venduta per 16.882.500 $. La tela raffigura la Madonna con il Bambino e i Santi Luca e Caterina d’Alessandria. Il focus del dipinto si individua nel gesto di tenerezza che si crea tra la Madre e il Bambino. Al tempo della vendita, si trattava di una delle poche opere dell’artista realizzate secondo una composizione a più figure ancora in mani private.
I dipinti di Tiziano a più figure sono molto rare sul mercato, come il dipinto secondo classificato nella lista delle sue opere più care vendute in asta: la versione della Venere e Adone acquistata nel 1991 per 12.584.020 $ in asta da Christie’s a Londra e l’anno dopo venduta al Getty di Los Angeles.
Il terzo posto è occupato da un’opera venduta lo scorso luglio per 5.075.844 $ (4.818.000 €) da Dorotheum a Vienna. Si trattava di un ritrovamento. Ha fatto parte delle celebri collezioni di Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero a Praga, di Cristina regina di Svezia (1629-1689) e Filippo II Duca d’Orléans (1674-1723). Raffigura la Maddalena penitente, un soggetto frequentemente richiesto dai committenti di Tiziano. In più di quarant’anni, l’artista modificò e rivisitò sottilmente la composizione. Il dipinto venduto da Dorotheum era considerato perduto. Il professor Paul Joannides ha confermato la piena attribuzione a Tiziano e il Dott. Carlo Corsato ha chiarito la provenienza (leggi qui un approfondimento).