Una donna sposata di Jean-Luc Godard torna al cinema per un’uscita speciale in versione restaurata
Dopo essere stata presentata in anteprima alla 17ma. Festa del Cinema di Roma, la versione restaurata di Una donna sposata di Jean-Luc Godard torna al cinema (distribuito da Movies Inspired). Appuntamento il 7, 8 e 9 novembre. Un omaggio al grande regista francese scomparso lo scorso settembre.
La cronaca di 24 ore nella vita di una giovane donna, Charlotte (Macha Méril), sposata con un pilota d’aereo (Philippe Leroy). Charlotte ha una relazione extraconiugale con Robert, un attore di teatro (Bernard Noël). La sessualità è al centro del racconto, ma Godard, mette in scena una narrazione che ruota attorno alla frammentazione del corpo femminile. “Ho preso in considerazione la donna come se fosse uno strumento, da un punto di vista tecnico – ha spiegato Jean-Luc Godard in un’intervista – Se volete, il mio film è una specie di prospetto sulla donna, che è composta da braccia, da gambe, ventre, volto, da mani., da “ti amo”. È un’opera che pretende di essere documento sociologico, che descrive un determinato comportamento senza preoccuparsi del torto o della ragione”.
Scrive Alberto Scandola in Il corpo e lo sguardo. L’attore nel cinema della modernità a proposito del film: “Inediti sono sicuramente gli stacchi di montaggio che frammentano il corpo di Macha Méril, la moglie fedifraga di Una donna sposata che salta da un taxi all’altro (e da un uomo all’altro) perché, come quasi tutti questi nuovi corpi, preferisce vivere al presente: «Bisogna vivere nel presente – ripete a se stessa nel monologo – perché se non c’è il presente, non si vive, si muore». Arte e vita, in questo senso, si toccano, per- ché il presente è anche il tempo prediletto da Godard per la (non) direzione dei suoi attori, i quali conoscono i dialoghi pochi minuti prima delle riprese, oppure – è il caso di Una donna sposata – direttamente tramite auricolare”.